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Messaggio Da AstronomyLover Gio Nov 05, 2009 6:20 pm

Ma sapete... viaggiare nel tempo, è anche possibile, oltre ad essere pericoloso pale
Basta ritornare all'era dei dinosauri, uccidere un insetto, e quando ritorni nel tuo anno, le cose cambiano completamente! ..Sembrerà una cosa banale, ma io ci credo..
A proposito di viaggi nel passato e nel futuro, ho visto su youtube un documentario a pezzi che parlava dei viaggi nel tempo, ma da quel che mi ricordo, la conclusione di questo documentario, dice che non è possibile.. Che peccato Crying or Very sad
Ma non me ne importa nulla perchè io continuerò a credere che sarà possibile... ma scusate se lo dico, ma questo uomo venuto dal futuro, ci fa venire un grande dubbio! Per cui spero per lui, che tutta questa cosa, non sia soltanto una bufala o una messa in scena perchè volesse diventare famoso! Rolling Eyes
.........Non si sa mai!...........
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Messaggio Da GIANLUCA1989 Gio Nov 05, 2009 11:44 pm

Io spero che non sia possibile Very Happy per un semplice motivo.... ci potrebbero essere persone che non aspetterebbero altro che distruggere la Terra... E per l'appunto come hai detto te basta modificare alcune piccole cose in un passato molto remoto ,oppure uccidere una persona (Ad esempio un importante uomo del passato)che tutto l'intero futuro cambierebbe....un disastro insomma.... questo ovviamente se e solo se si viaggia nella stessa linea temporale(ovvero nel tempo del nostro universo).... ci sono molte teorie sui viaggi temporali anche di scienziati importanti come Albert Einstein.
Stephen Hawking ritiene invece che qualora tentassimo in qualche modo di fare qualcosa in grado di mutare significativamente il passato, ad impedirlo interverrebbe una sorta di "censura cosmica".
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Messaggio Da AstronomyLover Sab Nov 07, 2009 2:59 pm

Beh... allora mettiamola così: viaggiare nel tempo non è possibile e non lo sarà mai.
Strano, perchè non mi dispiace affatto... saranno le cose che tu hai scritto che mi avranno convinto? Very Happy
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Messaggio Da GIANLUCA1989 Lun Nov 09, 2009 8:28 pm

Diciamo che se fosse possibile sarebbe meglio non scherzare con il tempo non so se hai mai visto
la trilogia di RITORNO AL FUTURO
http://it.wikipedia.org/wiki/Ritorno_al_futuro
Very Happy ,un eccellente chiave di interpretazione di quello che potrebbe succedere viaggiando nel tempo Very Happy
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Messaggio Da centro anti-blasfemia Mer Nov 18, 2009 10:13 pm

ragazzi conoscete la quarta dimensione ?

fisica scienza
Quarta dimensione
Cosa è la quarta dimensione?
Nonostante il termine faccia pensare a concetti complessi o fantascientifici, in realtà la quarta dimensione è intorno a noi tutti i giorni. La quarta dimensione è semplicemente il tempo ed il cambiamento. Per comprendere bene il significato è utile ripercorrere la spiegazione delle precedenti dimensioni: la prima, la seconda e la terza.

La prima dimensione
Supponiamo di poterci muovere soltanto in avanti e indietro su una linea. Ad esempio, un treno o un tram, una biglia in un percorso. Questo tipo di movimento è descrivibile con una sola dimensione.



La seconda dimensione
Supponiamo adesso di poterci muovere anche a destra o a sinistra, oltre che avanti e indietro. Ad esempio un'automobile può muoversi in tutte le direzioni a 360°. In questo caso, ci stiamo muovendo su due dimensioni (ossia sul piano). Riprendendo l'esempio della biglia, nel caso delle due dimensioni quest'ultima non si muoverà più soltanto in avanti o indietro, bensì in tutte le dimensioni del piano. Ogni punto del piano è individuato univocamente da una coppia di valori (x, y).



La terza dimensione
Se ad un piano, composto di larghezza e lunghezza, aggiungiamo anche l'altezza otteniamo la terza dimensione. E' un concetto molto semplice e comprensibile a tutti. Quasi banale. La realtà, come siamo abituati a conoscerla fin da neonati, è composta da oggetti in tre dimensioni. Noi stessi siamo materia in tre dimensioni. Ritornando all'esempio precedente, la biglia in uno spazio a tre dimensioni può muoversi in tutte le direzioni, oltre che sul piano anche in alto e in basso. Ogni punto dello spazio a tre dimensioni è individuato univocamente dalle coordinate (x, y, z).



La quarta dimensione
Infine arriviamo alla quarta dimensione. Pur essendo semplice il concetto è meno comprensibile in quanto siamo abituati, come esseri umani, a concepire lo spazio che ci circonda in sole tre dimensioni. La quarta dimensione è semplicemente il tempo. Facciamo un esempio pratico. Prendiamo una biglia e poniamola immobile sul pavimento in un istante T. Se non ci fosse il tempo questa occuperebbe solo tre dimensioni (x,y,z). Poniamo adesso di spingerla con il dito, muovendola verso una qualsiasi direzione. La biglia inizierebbe a muoversi per poi fermarsi in un altro punto della stanza (x,y,z) in un istante T+1. La quarta dimensione è l'insieme delle due situazioni T e T+1 in cui la biglia occupa due punti diversi dello spazio a tre dimensioni. Ogni punto dello spazio a quattro dimensioni è quindi individuato univocamente dalle coordinate (x, y, z, t) - dove 't' sta normalmente ad indicare l'istante temporale. Per la rappresentazione grafica è sufficiente indicare le due coordinate su tre dimensioni, indicando su ciascuna il tempo. Ad esempio (x,y,z) nell'istante T0 e (x,y,z) nell'istante T1. Il corpo è lo stesso ed occupa nel tempo due punti diversi dello spazio a tre dimensioni. Questa è la quarta dimensione.




17 / 10 / 2008




http://www.aiutoscuola.it/quarta-dimensione.html

Cinque tappe nella quarta dimensione: almanaccando sulla quarta dimensione
di Daniele Gouthier
Un saggio su “La quarta dimensione“ di Rudy Rucker. La quarta dimensione non gode di un'immagine seria, credibile, scientifica. Agli occhi dei più, è relegata in una, più o meno fantasiosa, letteratura di fantascienza, della quale si ama credere che sia rigorosa e fondata ma si sa che così non è.
E allora, la quarta dimensione è roba da trucchi cinematografici e da libri di non sempre alta qualità. Per non parlare poi del nome stesso: la quarta dimensione. E' naturale. Troppo naturale. Eh sì, perché tutti sappiamo che viviamo in uno spazio a tre dimensioni: e se ne aggiungiamo un'altra, questa non può essere che la quarta.

Ma supponiamo di essere immersi da sempre in uno spazio a quattro dimensioni: quale delle quattro è la quarta? Quale viene per ultima? Non c'è dubbio: le prime tre, da qualsiasi dimensione vogliamo iniziare a contare, le pensiamo sempre come altezza, ampiezza e profondità.


Già. Partiamo proprio da qui. Dalle classiche e notissime altezza, ampiezza e profondità. Be', siamo proprio sicuri che esista l'altezza, l'ampiezza e la profondità di un oggetto, di un ambiente, di uno spazio? Quando teniamo in mano un parallelepipedo (ad esempio la custodia di un cd), quando guardiamo una sedia o un mobile, non abbiamo grossi dubbi. Anche se, è bene dirlo, anche per un parallelepipedo c'è una certa incertezza: di altezze ne possiamo avere ben tre; e, una volta sceltane una, per ampiezza e profondità abbiamo due distinte possibilità. Tutte queste certezze - o meglio, tutte queste piccole incertezze - ci vengono dal fatto che in modo naturale, consideriamo il parallelepipedo come appoggiato a uno dei suoi lati.

Prima di procedere cerchiamo di capire qual è il ruolo di altezza, ampiezza e profondità. Se vogliamo dire dove si trova un punto del parallelepipedo, le nostre tre dimensioni ci servono a determinarlo esattamente. Se sappiamo che è a un'altezza di tot, vuol dire che tot separa il punto in questione dalla base. Se sappiamo che è a una profondità di tot, allora tot è la distanza del punto dalla faccia che stiamo guardando. E così via.

Vale a dire che altezza, ampiezza e profondità servono a descrivere tutti i punti del parallelepipedo.

Torniamo ora alla determinazione di altezza, ampiezza e profondità, per capire effettivamente chi sono. Ebbene, proviamo ora a prendere la nostra custodia di cd e tenere due dei suoi vertici più lontani tra i nostri due indici. Se teniamo queste due dita l'una sopra l'altra, esattamente sulla stessa verticale, allora è abbastanza naturale che proprio quella diagonale è l'altezza della custodia. Ma quali sono la sua ampiezza e la sua profondità? E cosa succede se ci mettiamo a far ruotare il parallelepipedo? Troviamo una scelta ottimale?

Ecco allora che possiamo trarre una prima conclusione, le nostre tre dimensioni - altezza, ampiezza e profondità - dipendono dal sistema di riferimento che adottiamo; che scegliamo - per qualche motivo - di assumere.

Il mondo, poi, è popolato anche di oggetti che sono molto diversi da parallelepipedi - ad esempio, me che scrivo queste righe e tu che le leggi...- e che di conseguenza non hanno delle scelte privilegiate. Pensiamo di prendere un pallone da calcio. E' evidente che ognuno dei suoi infiniti diametri può essere scelto, con la stessa dignità, come altezza. Quindi, una volta fissatone uno, possiamo sceglierne altri due, perpendicolari tra loro e perpendicolari al primo, come ampiezza e come profondità: e anche questi sono infiniti! Le cose si complicano ulteriormente se, al posto del pallone da calcio, prendiamo una patata, un sasso, una zolla di terra.

Ma allora che cosa sono altezza, ampiezza e profondità? Una risposta operativa può essere: altezza, ampiezza e profondità sono tre numeri (parametri, indicatori, quantità...) che ci dicono quanto e come un certo oggetto occupa lo spazio in cui sta.

Ecco allora che viene meno una proprietà che, a prima vista, sembrava importante. Le tre direzioni che scegliamo per fissare le dimensioni di un oggetto, possono anche non essere tra loro perpendicolari (per un parallelepipedo, ad esempio, funzionano altrettanto bene tre delle sue diagonali). L'unica cosa che importa è che non stiano tutte e tre in uno stesso piano. Altrimenti, di quell'oggetto siamo in grado di descrivere solo una sezione piana e non tutta la sua interezza.

Se abbiamo capito queste prime considerazioni, possiamo provare a capovolgere il nostro punto di vista: quand'è che un oggetto è tridimensionale? A questo punto la risposta è intuitiva: quando abbiamo bisogno di individuare tre direzioni per descrivere tutti i punti del nostro oggetto. E, con maggior precisione, quando due sole direzioni non sono sufficienti a descriverlo.

Ma allora che senso ha parlare di prima, seconda e terza dimensione? Basta dire che un oggetto, uno spazio, un ambiente hanno tre dimensioni. Tutto qui.

E se ragioniamo per analogia, ci sarà chiaro anche che non esiste la quarta dimensione, ma soltanto oggetti che hanno quattro dimensioni. Di questi parla Rudy Rucker nel suo magnifico libro intitolato La quarta dimensione.

Per concludere questa premessa, sgombriamo il campo da un altro malinteso: la quarta dimensione (che, in quanto tale, non esiste!) non è il tempo. Il tempo qui non centra nulla. Le dimensioni di Rucker, come tutte le dimensioni che si rispettino, sono concetti puramente geometrici, che descrivono come le cose stanno nello spazio.

Il tempo è una possibile quarta dimensione, in una geniale e utilissima rappresentazione dei fenomeni che si chiama spaziotempo e che deve la sua celebrità a un signore di nome Albert Einstein. Ma questa è tutta un'altra storia.

Da leggere

Per capire a fondo i riferimenti di Almanaccando sulla quarta dimensione, è sufficiente leggere i due testi ai quali abbiamo costantemente fatto riferimento:

Rudy Rucker, La quarta dimensione, Adelphi, Milano, 1984.

Edwin Abbott Abbott, Flatlandia, Adelphi, Milano, 1966.

http://www.torinoscienza.it/scienza_e_arte/approfondimenti/apri?obj_id=1262 bounce bounce bounce bounce bounce bounce bounce

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Messaggio Da GIANLUCA1989 Mer Nov 18, 2009 10:49 pm

<h2 style="-webkit-background-clip: initial; -webkit-background-origin: initial; background-attachment: initial; background-color: initial; background-image: none; background-repeat: initial; color: black; font-size: 19px; font-weight: normal; border-bottom: 1px solid rgb(170, 170, 170); margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin-bottom: 0.6em; padding-top: 0.5em; padding-bottom: 0.17em; background-position: initial"><span class="mw-headline" id="Dimensioni_fisiche">Dimensioni fisiche</span> </h2> Lo <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Spaziotempo" style="-webkit-background-clip: initial; -webkit-background-origin: initial; background-attachment: initial; background-color: initial; background-image: none; background-repeat: initial; color: #002bb8; text-decoration: none; background-position: initial" title="Spaziotempo">spaziotempo</a> in cui viviamo appare quadridimensionale. Convenzionalmente (e nella maggior parte dei casi pratici è ragionevole) si separa in tre dimensioni spaziali e una dimensione temporale. Possiamo muoverci in alto o in basso, a nord o a sud, a est o a ovest, e i movimenti in ogni direzione possono essere espressi in termini di questi tre movimenti. Un movimento verso il basso è equivalente a un movimento verso l'alto di una quantità negativa. Un movimento a nord-ovest è semplicemente una combinazione di un movimento a nord e di un movimento a ovest.Il tempo è spesso indicato come 'quarta dimensione'. È in qualche modo differente dalle tre dimensioni spaziali dal momento che ne esiste solo una, e il movimento sembra possibile solo in una direzione. Al livello macroscopico i processi fisici non sono <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Freccia_del_tempo" style="-webkit-background-clip: initial; -webkit-background-origin: initial; background-attachment: initial; background-color: initial; background-image: none; background-repeat: initial; color: #002bb8; text-decoration: none; background-position: initial" title="Freccia del tempo">simmetrici
rispetto al tempo</a>. Invece a livello subatomico (<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Scala_di_Planck" style="-webkit-background-clip: initial; -webkit-background-origin: initial; background-attachment: initial; background-color: initial; background-image: none; background-repeat: initial; color: #002bb8; text-decoration: none; background-position: initial" title="Scala di Planck">scala di Planck</a>), quasi tutti i processi fisici sono <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Simmetria_temporale" style="-webkit-background-clip: initial; -webkit-background-origin: initial; background-attachment: initial; background-color: initial; background-image: none; background-repeat: initial; color: #002bb8; text-decoration: none; background-position: initial" title="Simmetria temporale">simmetrici rispetto al tempo</a> (cioè le equazioni usate per descrivere questi processi sono le stesse indipendentemente dalla direzione del tempo), benché questo non implichi che le particelle subatomiche possano muoversi indietro nel tempo.Postulati come la <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_delle_stringhe" style="-webkit-background-clip: initial; -webkit-background-origin: initial; background-attachment: initial; background-color: initial; background-image: none; background-repeat: initial; color: #002bb8; text-decoration: none; background-position: initial" title="Teoria delle stringhe">teoria delle stringhe</a> ipotizzano che lo spazio in cui viviamo abbia molte più dimensioni (spesso 10, 11 o 26), ma che l'universo misurato lungo queste dimensioni aggiuntive abbia grandezza subatomica.Nelle scienze fisiche e in ingegneria, la <i>dimensione</i> di una <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Grandezza_fisica" style="-webkit-background-clip: initial; -webkit-background-origin: initial; background-attachment: initial; background-color: initial; background-image: none; background-repeat: initial; color: #002bb8; text-decoration: none; background-position: initial" title="Grandezza fisica">grandezza fisica</a> è l'espressione del tipo di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Unità_di_misura" style="-webkit-background-clip: initial; -webkit-background-origin: initial; background-attachment: initial; background-color: initial; background-image: none; background-repeat: initial; color: #002bb8; text-decoration: none; background-position: initial" title="Unità di misura">unità di misura</a> nella quale questa quantità è misurata. La dimensione della velocità, ad esempio, è lunghezza divisa per tempo. Nel sistema <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_internazionale_di_unità_di_misura" style="-webkit-background-clip: initial; -webkit-background-origin: initial; background-attachment: initial; background-color: initial; background-image: none; background-repeat: initial; color: #002bb8; text-decoration: none; background-position: initial" title="Sistema internazionale di unità di misura">SI</a>,la dimensione è data da sette esponenti fondamentali associati alle <a class="new" href="http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Unit%C3%A0_fondamentale&action=edit&redlink=1" style="-webkit-background-clip: initial; -webkit-background-origin: initial; background-attachment: initial; background-color: initial; background-image: none; background-repeat: initial; color: #cc2200; text-decoration: none; background-position: initial" title="Unità fondamentale (pagina inesistente)">quantità fondamentali</a>. Vedi <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Analisi_dimensionale" style="-webkit-background-clip: initial; -webkit-background-origin: initial; background-attachment: initial; background-color: initial; background-image: none; background-repeat: initial; color: #002bb8; text-decoration: none; background-position: initial" title="Analisi dimensionale">analisi
dimensionale</a>.
http://it.wikipedia.org/wiki/Dimensione

secondo me dovremo iniziare a studiare queste cose...per prima cosa capire se esiste o no questa quarta dimensione
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Messaggio Da centro anti-blasfemia Gio Nov 19, 2009 1:30 am

Ragazzi, un fisico tempo fa ha detto che non solo esiste l'universo infinito,
macro, ma anche micro, quindi lo spazio geomerico si estende all'infinito
sia verso l'esterno che l'interno, mentre in passato si credeva che lo spazio micro
era finito, poi si è scoperto l'atomo, poi l'elettrone, poi il nucleo protone e neutroni,
ma ancora particelle del nucleo più piccole, neutrini, quanti e particelle tau,
e non è finita secondo lui esistono particelle più piccole fino all'infinito, materia
infinita,quindi anche spazio infinito, ma lo spazio è nullo senza materia,
senza la materia è come se lo spazio non esistesse, sono teorie, incomprensibili,
è qui in questo mistero ci sono realtà che non conosciamo, la quarta dimensione,
Dio, anima, fantasmi,ectoplasma, e altre cose che nemmeno posiamo teorizzare.
L'infinito spazio, tempo, materia sono pieni di misteri !
Senza movimento della materia, con una materia stabile è inalterabile, lo spazio-temporale è nullo.
Questo fisico tedesco però non sappiamo come si chiama, l'ho abbiamo sentito
in tv in un progamma dove intervistavano al fisico greco inventore della macchina
del tempo-teoria. bounce bounce bounce bounce bounce bounce

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Messaggio Da GIANLUCA1989 Gio Nov 19, 2009 12:25 pm

Posso chiederti se si tratta di tv italiane? giusto per vedere se c'è qualche video su youtube... Very Happy
Ho provato a cercare video e maggiori info e non ho trovato proprio nulla"almeno nella lingua italiana"

L'unico che ho trovato forse è il secondo ma non per il fatto che è greco ma perché conosce e scriveva in greco è forse François Brune?Il primo non sono riuscito a trovare le teorie....ma conoscendo il secondo potrei risalire al video
Grazie Wink
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Messaggio Da centro anti-blasfemia Gio Nov 19, 2009 1:05 pm

Ragazzi, vi riponde Davide Fano, che fa parte del nostro gruppo, è lui
l'esperto in Fisica-Astronomia-Matematica-Chimica.

Ragaaazzi, il progamma era a Rai 2, vrso il 2002, era un notturno, e parlavano
di Dimitri Cristodulo, un graco che ha teorizzato la macchina del tempo.
Poi si parlava di Kurtel Goethe, il primo a formulare la macchina del tempo,
poi si accennnava all'anti-materia e buchi neri, poi si parlava di queste teorie
assurde di questo tedesco che crede nell'infinito mcro.
Abbiamo fatto ricerche anche noi e siamo tristi non sappiamo chi è.
Comunque ecco a queste teorie crede anche l'inglese Hawking.
Anche noi simo curiosi, perché sempre ci chiediamo come fanno i fantasmi
ad ttraversare i muri e pare pure certi alieni.
Ci deve essere davvero qualche mistero, continuamo a cercare..... Arrow Arrow Arrow Arrow Rolling Eyes Arrow Question Question

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Messaggio Da GIANLUCA1989 Gio Nov 19, 2009 2:54 pm

Grazie mille dell'info purtroppo su internet proprio non esistonono Shocked molto strano perché in genere se ne parla di queste cose... forse poche persone avranno seguito quel programma oppure quelle teorie hanno avuto molto poco seguito.. comunque continuerò a cercarlo Smile
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Messaggio Da centro anti-blasfemia Gio Nov 19, 2009 3:56 pm

Ragazzi anche al Cern hanno paura riguardo quel progetto di realizzare una
specie di buco nero, a volte Rubia parla velato, ci sono scienziati che hanno
scoperto dei segreti spaventosi, tipo la fusione fredda. Noi fino alla fine indagheremo,
pensate alcuni dicono che attraverso il segreto della fusione fredda si possono
inventare armi invisibil e micidiali. Ci sono tanti argomenti da trattare, e con il tempo
li tratteremo, non ci dobbiamo fermare, sapere è valere. Shocked Question Arrow Shocked Question Arrow

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Messaggio Da centro anti-blasfemia Gio Nov 19, 2009 6:28 pm

Ragazzi conoscete questa bufala ?



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La macchina del tempo esiste ed è in Vaticano
di Daniela Ghio - Il Gazzettino del 3 agosto 2002

Sarebbe nascosta in Vaticano la macchina del tempo inventata da padre Pellegrino Ernetti

La notizia ha del sensazionale: in Vaticano verrebbe tenuta gelosamente nascosta una macchina capace di vedere il passato, attraverso una sorta di televisore. Uno strumento scientifico portentoso e fantastico, che potrebbe divenire pericoloso per l'intera umanità: il "cronovisore”, così si chiama la scoperta, captando gli eventi del passato, li farebbe vedere come si sono realmente svolti, svelando anche rischiosi segreti. La macchina sarebbe stata inventata da un ricercatore italiano, padre Pellegrino Alfredo Maria Ernetti, monaco benedettino, conosciutissimo esorcista, musicologo di fama internazionale e scienziato, vissuto a Venezia, nel convento benedettino dell'isola di San Giorgio Maggiore, dove è morto otto anni fa, nel 1994.
A rivelare la scoperta è un libro "bomba" appena pubblicato in Francia, a Parigi, dalle Edizioni Albin Michel: "Le noveau mystère du Vatican" (Il nuovo mistero del Vaticano") del teologo francese padre Francois Brune. Brune è un personaggio assai noto in Francia: professore di teologia, ha pubblicato libri di notevole impegno, accolti sempre con grande interesse anche dalla stampa laica. Il suo nome, come quello della casa editrice, sono una garanzia di serietà scientifica e per questo il volume che ha dedicato al cronovisore ha riaperto congetture e discussioni infuocate, diventando una miscela esplosiva.
Della sconvolgente apparecchiatura aveva già parlato intorno agli anni '70 lo stesso padre Ernetti in numerose interviste e pubblicazioni, e ai suoi allievi di prepolifonia al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia. La scoperta aveva suscitato un putiferio. Da una parte c'erano infatti sostenitori entusiasti: se era possibile rivedere il passato, la macchina avrebbe sciolto definitivamente tutti i dubbi restanti su eventi fondamentali che avevano cambiato la storia del mondo.
Dall'altra c'erano le persone spaventate: il cronovisore poteva rivelarsi uno strumento pericoloso per carpire segreti e mettere a rischio la sicurezza dell'umanità.
Le discussioni non finivano mai ed erano soprattutto gli uomini di Chiesa i più coinvolti.
Poi improvvisamente il benedettino si trincerò in un rigoroso silenzio, spiegando che aveva ricevuto ordini in proposito dal Vaticano, l'interesse andò lentamente scemando e dopo qualche anno della “macchina del tempo" non si parlò più.
Il libro di padre Brune rivela fatti inediti, retroscena incredibili, dettagli sconcertanti, indica nomi di personalità al di sopra di ogni sospetto, di scienziati famosi, indica date, circostanze precise, riporta documenti straordinari, lunghe conversazioni con padre Ernetti e il tutto, cucito insieme, diventa una valanga documentale cui è difficile fare opposizione.
Il volume dimostra con dovizia di prove che il cronovisore è realmente esistito, anche se l’argomento è, a detta dello stesso autore, ai limiti della fantascienza.
Negli anni '60 un gruppo di scienziati, tra cui padre Pellegrino, sarebbe riuscito a captare le onde visive e sonore del passato concreto ter­restre, con una macchina che sa­rebbe in grado di ricostruire non solo i fatti e i detti della vita di cia­scuno, ma addi­rittura la storia.
La scoperta parte da un principio di alta fisica: ciascuno dì noi, a mano a mano che passano i secondi, nelle ore, nei giorni, nei mesi e negli anni della vita presente, lascia dietro di sé come una doppia scia, "visiva e sonora", poiché ogni uomo altro non è che energia visiva e sonora. «Tutta la nostra ''fisionomia" -spiega Ernetti nel saggio "Bibbia, teologia; magia e scienza" del 1987- è energia visiva che si sprigiona da noi, dalla nostra epidermide, e tutte le parole che noi diciamo sono energia sonora. Ora, ogni energia, una volta emessa, non si distrugge più semmai si trasforma, però resta eterna nello spazio aereo. Occorrono strumenti che captino queste energie e le ricostruiscano in maniera tale da ridarci la persona o l'evento storico ricercato: quindi noi avremo tutto il presente nel tempo e nello spazio». Con il cronovisore, racconta Brune, il gruppo di scienziati guidato dal monaco benedettino fece ricerche dapprima su Mussolini, poi su Napoleone, quindi passò ad avvenimenti dell'età romana e assistette alla rappresentazione di alcune famose tragedie. Di una di queste, scritta da Quinto Ennio, che si intitolava "Thiestes" della quale si conosceva solo qualche breve citazione, trascrisse l'intero testo come venne recitato a Roma nel 169 a.C., durante i giochi pubblici in onore di Apollo. Padre Ernetti raccontò a padre Brune di aver visto anche tutto lo svolgimento della Passione, della morte e della Resurrezione di Cristo.
Nel suo libro Brune afferma che la macchina, composta da tre gruppi di elementi, si trova “sequestrata" in Vaticano. Padre Ernetti, spaventato dall'importanza incredibile della sua scoperta, si era confidato con i propri superiori e con le autorità vaticane C'era stata una riunione segreta con il papa e poi, di comune accordo, la macchina era stata ritirata e nascosta in Vaticano. A padre Ernetti era stato imposto di non fare più pubbliche dichiarazioni su quell'argomento, ma non gli era stato proibito di parlarne con gli amici in privato. E così aveva confidato tutto all'amico teologo francese.
Chi scrive ha conosciuto personalmente padre Ernetti, era un sacerdote dotato di grande carisma e umanità. Una persona semplice e onesta, tutta dedita ai sudi studi sulla prepolifonia, sulla pneumofonia e all’attività di esorcista della diocesi di Venezia, carica che ha ricoperto per quasi trent'anni. Non mi ha mai parlato della macchina del tempo. Del resto oggi nessuno ne sa più niente e tutta la vicenda ha assunto un aspetto davvero misterioso. Forse il volume di Brune porterà finalmente alla luce la realtà.



www.disinformazione.it



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Messaggio Da centro anti-blasfemia Gio Nov 19, 2009 6:30 pm

Comunque pare che qualcuno abbia realizzato la macchina del tempo:

La Macchina del Tempo di VADIM CHERNOBROV
L'invenzione di VADIM CHERNOBROV, ingegnere astronautico Realizzata la Macchina del Tempo.



Realizzata la Macchina del Tempo

Ma il marchingegno non permetterà di cambiare la realtà storica. Chi volesse provarci rischierebbe un viaggio senza ritorno.

La storia di 'Ritorno al futuro', un film di qualche anno fa che ebbe un certo successo al punto che ne fu proposta una seconda 'puntata' nel giro di qualche mese, potrebbe presto diventare realtà.

Il miracolo avrà luogo se l'ingegnere astronautico russo, Vadim Cernobrov, che sostiene di avere inventato la Macchina del Tempo riuscirà a portare a termine i suoi esperimenti.

Il marchingegno c'è: stando alle foto pubblicate dai giornali - perchè l'inventore non la vuole mostrare ad altri cronisti - si tratta di una capsula metallica di forma sferica, di due metri di diametro, molto simile alla 'Vostok' del primo cosmonauta russo Yuri Gagarin.

E c'è anche il primo 'crononauta' che una volta messo a punto il progetto sostituirà gli animali che sino ad ora sono stati utilizzati nei test: è un giovane programmatore di computer, Ivan Konov. Cernobrov lo ha scelto perché "e' in eccellenti condizioni di salute ed ha una psiche molto forte che anche se gli capitasse di vedere la fine del mondo, avrebbe abbastanza sangue freddo per raccontarlo".



Quando verrà il momento, Konov verrà chiuso nella cabina di un metro della macchina del tempo all'interno della quale verranno creati forti campi elettromagnetici rotanti che - spiega Cernobrov - rallentano o accelerano il procedere del tempo, la cui alterazione viene registrata da speciali apparecchi cronometrici ad alta precisione.

Per il momento, però, i test sono stati compiuti solo con animali per ragioni di sicurezza ed hanno avuto una durata estremamente breve per evitare danni alla salute e per non perdere la macchina, che "e' molto costosa" come ha spiegato lo scienziato russo che è riuscito a realizzare un "distacco dal tempo di pochi minuti".

In futuro, pero', il "periodo di distacco" verrà aumentato gradualmente, puntando a realizzare una missione di "uscita dal nostro tempo di pochi giorni o al massimo un mese, ed esclusivamente nel passato".

Cio' perfacilitare il recupero della capsula.

Chi già immagina che viaggiare indietro nel tempo consenta di modificare la realtà storica resterà deluso. In nessun caso un 'viaggiatore del tempo' sarebbe in grado di farlo:

"anche se interferisse con gli avvenimenti, ciò avrebbe valore soltanto per il momento in cui ciò si verificasse, senza nessuna conseguenza per noi".

Anzi, il viaggio potrebbe essere pericolosamente senza ritorno. Cernobrov avvisa: "un tentativo del genere rischierebbe di farlo perdere in un universo parallelo dal quale non potrebbe più tornare".



Amanti della fisica che ne dite?

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Messaggio Da GIANLUCA1989 Gio Nov 19, 2009 6:38 pm

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Messaggio Da centro anti-blasfemia Gio Nov 19, 2009 7:37 pm

Veramente bello questo video, grazie.
Noi del centro anti-blasfemia ci interssiamo di astro-fisica, perchè siamo
creazionisti, quindi cerchiamo di confutare gli evoluzionisti.
Quindi ricercando ricercando abbiamo scoperto tante cose, a parte gli
studi universitari, per quanto riguarda la macchina del tempo, non tutti
gli scienziati ci credono come Rubia che dice sono assurdità, ma altri co redono
come Ruffini,per lui la macchina del tempo esiste già, ora bisogna scoprirla.
Ruffini afferma che Stuekelberg disse che 'anti-mteria è la materia che (viaggia),
va indietro nel tempo. quindi Ruffino ha captato questo segreto nel cosmo;
la machina del tempo si trova nell'universo, c'è qualcosa che agisce da buco nero,
e non si sa da dove, ma o nell'infinitamente grande o infinitamente piccolo,
c'è qualcosa che agisce da buco nero, da macchina del tempo, può essere l'anti-materia che va indietro nel tempo.
Il professore Michio Kaku, crede che è possibile costruire una macchina del tempo,
e andare nel passato e cambiare la toria, crede questo perché esistono DIVERSE
DIMENSIONI. Einstein credeva che esistessero 4 dimensioni, oggi invece gli
studiosi credono ch esistono molti dimensioni. bounce bounce bounce bounce bounce bounce

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Messaggio Da centro anti-blasfemia Ven Nov 20, 2009 7:44 pm

COSTRUIRE LA MACCHINA DEL TEMPO (2)

Un grande scienziato, Paul Davies, spiega a Newton come si può viaggiare nel passato e nel futuro:con una macchina che crea strade cosmiche verso tempi lontani. E l'ha anche progettata, sfruttando solamente tecnologie già conosciute

Fonte: “Newton Scoperte”, luglio 2003



Viaggiare nel tempo è possibile e sappiamo come farlo»: esordisce così Paul Davies, probabilmente il fisico più famoso dopo Stephen Hawking, mentre ci fa accomodare nel suo ufficio di Sydney, dove vive e lavora. Siamo andati fino in Australia per incontrarlo, perché lo scienziato inglese ha ideato la prima macchina del tempo, e ha scritto come costruirla nel suo ultimo libro.La macchina non è ancora stata realizzata, perché ci sono prima da risolvere un po' di problemi tecnici e politici, ma il progetto è già pronto. Anche gran parte dei pezzi che la compongono esistono già, sparsi nei più avanzati laboratori di ricerca di tutto il mondo. Camicia a quadretti con le maniche corte, capelli e baffi ben curati, faccia rassicurante e inequivocabilmente inglese, Paul Davies parla dei viaggi nel tempo come di un'opportunità che non abbiamo ancora sfruttato per pigrizia, come se la macchina fosse già pronta a far partire i primi «temponauti». Il punto di partenza è il concetto che il tempo è una dimensione variabile, come lo sono le tre spaziali. Si tratta dell'idea centrale della Teoria della Relatività, formulata da Einstein nel 1905, per questo, secondo Davies, abbiamo in mano addirittura da quasi un secolo la formula per viaggiare nel tempo.
Professor Davies, come si fa a viaggiare nel tempo ?

«La Teoria della Relatività ci fornisce ben due metodi per viaggiare nel futuro. Il primo è muoversi ad alta velocità, sfruttando la distorsione del tempo dovuta al moto, prevista dalla Relatività ristretta.Se disponessimo di un'astronave che viaggiasse al 99,99999 per cento della velocità della luce, potremmo raggiungere l'anno 3000 in meno di sei mesi». Questo tipo di viaggio è una conseguenza della Re­latività, che ha a che fare con il celebre paradosso dei gemelli, una conseguenza poco intuitiva della teoria einsteiniana. Uno di due gemelli, Castore, parte per un viaggio spaziale a una velocità vicina a quella della luce, il fratello Polluce resta a casa. Castore raggiunge la sua meta, distante dieci anni luce, e torna subito indietro con la stessa velocità.Per Polluce, che è rimasto a Terra, sono passati poco più di vent'anni, tanto infatti ha impiegato il fratello a percorrere 20 anni luce a una velocità vicinissima a quella della luce. Per Castore invece, che era in viaggio, il tempo è trascorso molto più lentamente. La Relatività infatti ci dice che aumentando la velocità il tempo rallenta. Per Castore sono passati solo tre anni, quindi, quando torna a Terra, si ritrova ad aver fatto un salto di 17 anni nel futuro.

Queste teorie prevedono che si possa viaggiare a velocita molto vicine a quella della luce. Ma nella realtà è possibile raggiungere velocità così elevate?

Non c'è nulla che lo vieti, è solo un problema di costi. Per accelerare un carico di 10 tonnellate al 99,9 per cento della velocità della luce sono necessari dieci miliardi di miliardi di joule, una quantità di energia equivalente all'intera produzione energetica dell'umanità di diversi mesi».Avvicinarsi ulteriormente ai 300mila chilometri al secondo della luce diventa ancora più costoso.

Quindi se avessimo a disposizione il capitale necessario potremmo partire verso il futuro?

«Non escludo che ci si riesca. Esistono nello spazio fonti di energia illimitate che basterebbe decidere di sfruttare. In realtà si tratta di un problema politico: decidere di investire nella ricerca e sviluppo delle tecnologie per sfruttare le fonti energetiche che abbondano nello spazio. Ma c'è un altro problema. I viaggi nel tempo fatti con il sistema dell'alta velocità possono solo andare nel futuro, e non tornare indietro. Infatti se la nostra superastronave una volta arrivata nel tremila rifacesse il viaggio a ritroso, otterrebbe solo di fare un ulteriore salto nel futuro terrestre».Questo perché il salto nel tempo non è dato dalla direzione del moto, ma solo dalla velocità a cui si viaggia.

Qual è il secondo metodo previsto dalla Relatività?

«E suggerito dalla Relatività generale, formulata da Einstein nel 1908, che estende la Relatività ristretta e include gli effetti della gravità sullo spaziotempo. La sorprendente conclusione di questa teoria è che la gravità rallenta il tempo. E noi possiamo verificarlo. Per esempio, la forza gravitazionale della Terra rallenta gli orologi di un microsecondo ogni trecento anni. Nel 1976 i fisici Robert Vessot e Martin Levine lanciarono nello spazio con un razzo un orologio e videro che questo guadagnò un decimo di microsecondo rispetto a orologi uguali rimasti sulla Terra. Per spostarsi nel futuro, basterebbe sfruttare campi gravitazionali molto più intensi di quello terrestre, come quelli esercitati dalle stelle di neutroni. Sono stelle che, avendo esaurito il combustibile, si contraggono a causa della loro massa riducendosi a una piccolissima frazione del volume originario, ma mantengono una massa elevatissima; alcune di esse sono poco più grandi di una nostra città, ma hanno una massa superiore a quella del Sole. La loro gravità è talmente elevata che i loro atomi sono ridotti a una poltiglia di neutroni. Una gravità tanto forte provoca sugli orologi una distorsione temporale molto più percettibile di quella della gravità terrestre: sette anni su una stella di neutroni corrisponderebbero a dieci sulla Terra. Basterebbe quindi raggiungere con la nostra astronave una stella di neutroni (per esempio quella che si trova nella Nebulosa del Granchio) pe compiere un consistente balzo it avanti nel tempo. Il problema è costruire un mezzo capace di res stere alle condizioni proibitive presenti in prossimità di una stella di neutroni. E anche in questo caso non potremmo comunque tornare indietro dal futuro».

E se volessimo visitare il passato?

«La Relatività consente anche il viaggio nel passato. Per la Relatività generale, infatti, lo spazio­tempo può essere curvato fino al punto di riconnettersi con se stesso, e quindi creare "curve chiuse" sia nello spazio sia nel tempo.Il primo a tracciare curve temporali chiuse fu un amico di Ein­stein, il matematico austriaco Kurt Goedel. Risolvendo le equazioni della Relatività che descrivono i campi gravitazionali, scoprì che nello spazio era possibile trovare orbite che si avvolgono a spirale in un universo in rotazione. La sua soluzione presupponeva però che l'universo fosse in rotazione, mentre oggi si ritiene che l'universo non ruoti. Tuttavia, ha il merito di dimostrare che la Teoria della Relatività non esclude che una particella di materia, e quindi in teoria anche un essere umano, possa raggiungere il passato e tornare indietro dalfuturo».Goedel scrisse infatti: «Effettuando un percorso di andata e ritorno a bordo di un'astronave lungo una rotta sufficientemente ampia, è possibile viaggiare in qualunque regione del passato, presente e futuro e tornare indietro». Dopo aver letto i risultati dell'amico matematico, Einstein confessò che la prospettiva di uno spaziotempo che permettesse curve temporali chiuse, e quindi di tornare indietro nel tempo, lo aveva tormentato durante la formulazione della Teoria della Relatività generale.

L'idea di Goedel però si basa su un presupposto sbagliato, quello dell'universo in rotazione. Come facciamo a visitare il passati , allora?

«La rotazione di Goedel non è l'unico modo per fare visita ai nostri nonni. Una delle idee più recenti è il wormhole [cunicolo di tarlo], termine coniato dall'astrofisico americano John Wheeler, che ha anche battezzato i buchi neri. Un wormhole è una "scorciatoia" nella struttura dello spazio che permette di collegare due punti molto distanti, prima che la luce abbia avuto la possibilità di arrivarci, e quindi è un modo per andare indietro nel tempo attraverso una scorciatoia nello spazio».La velocità della luce infatti è un limite invalicabile. Niente, neppure le informazioni, possono muoversi più velocemente. Quindi se noi riuscissimo ad arrivare in un posto prima che siano arriva­te le notizie del nostro punto di partenza compiremmo un viaggio a ritroso nel tempo. Perché dopo un po' che siamo arrivati verremmo raggiunti dal nostro passato, o se si preferisce, ci raggiungerebbero le informazioni del tempo in cui siamo partiti. Ma come facciamo a raggiungere un punto prima delle informazioni, se queste viaggiano alla velocità della luce? Prendiamo una scorciatoia che la luce non conosce e facciamo meno strada. I wormhole sono proprio questo: scorciatoie tra due punti dell'universo che la luce non percorre. Ma è possibile creare wormhole a piacere?

Dalla fantascienza alla scienza
Nel romanzo Contactscritto dall'astrofisico americano Carl Sagan negli anni Ottanta, reso poi noto dall' omonimo film con Jodie Foster, un gruppo di scienziati riceve un messaggio radio proveniente da una civiltà aliena più avanzata. Il messaggio contiene le istruzioni per costruire una macchina capace di creare un wormhole tra la Terra e la stella Vega, distante ventisei anni luce.Nella storia la protagonista sale a bordo di una capsula e viene inghiottita in un turbine simile a una gigantesca centrifuga per poi sfrecciare in una galleria e riemergere al centro della galassia, dove si trova Vega, in pochi minuti. Nel romanzo Sagan non aveva approfondito in dettaglio come si potesse creare un simile tunnel. Chiese così al suo amico Kip Thorne, fisico teorico del Caltech in California, se la sua fantasiosa idea di sfruttare un wormhole come scorciatoia nello spaziotempo fosse fondata.Stimolati dalla fantasia scientifica di Sagan, Thorne e i suoi collaboratori si misero a studiare i dettagli del funzionamento di questo tipo di wormhole, che collega due regioni distanti nello spazio­tempo. Alla fine riuscirono a creare modelli teorici di wormhole che rimanessero aperti abbastanza a lungo da essere attraversati da un lato all'altro da un «temponauta», senza che venisse annientato dalle immense forse gravitazionali interne.Serviva qualcosa che si opponesse alla forza di gravità e tenesse il wormhole aperto.

La soluzione di Thorne fu l' antigravità. La materia anti-gravitante (prevista fra l'altro dalla stessa Teoria generale della Relatività) permette di tenere aperto il wormhole. I modelli di Thorne e colleghi non trovarono ostacoli da parte delle teorie fisiche note, e questa ricerca generò una quantità di studi che tuttora proliferano.Uno di questi è l'idea di Paul Davies di costruire una macchina che crei in laboratorio i wormhole necessari a viaggiare nel tempo.

Paradossi storici
La possibilità di visitare il passato crea veri paradossi, affascinanti e apparentemente impossibili da risolvere. Il più semplice è questo: un viaggiatore torna nel passato e uccide sua madre ancora bambina. Quindi non sarebbe più potuto nascere e neanche commettere l'omicidio. I paradossi mettono in crisi il concetto di causalità, cioè le relazioni tra causa ed effetto, e quindi la scienza. Stephen Hawking ha messo una toppa al problema con la sua «congettura della protezione cronologica»: la natura troverà sempre il modo per impedire i viaggi nel passato.Paul Davies invece accetta che eventi successivi possano influire su eventi precedenti, ma postula che le linee temporali si possano chiudere solo tra eventi che non creino problemi di causalità. Un esempio è quello di un ricco signore la cui fortuna deri­va da un benefattore che aiutò la sua bisnonna un secolo prima. Con la macchina del tempo parte per scoprire chi è il benefattore. Una volta incontrata la bisnonna, le rivela la propria identità di viaggiatore del tempo e le mostra un giornale che ha portato dal futuro. La bisnonna legge il listino della borsa ed investe di conseguenza. Gli investimenti sono l'origine della fortuna del ricco signore, che scopre così di essere il benefattore di se stesso. Questo per Davies non è problematico. Quello del viaggiatore che uccide sua madre invece è irrisolvibile, quindi nes­suno può uccidere un suo antenato. David Deutsch, esperto di viaggi nel tempo, risolve i paradossi con le leggi della fisica quantistica. Nel mondo subatomico regna l'indeterminazione quantistica: un elettrone che urta un protone può deviare verso sinistra o verso destra senza una regola. Secondo alcuni fisici l'indeterminatezza si risolve con la moltiplicazione degli universi. Ogni volta che un elettrone va a destra si forma un nuovo universo con un elettrone che va a sinistra. Per Deutsch i paradossi si risolvono allo stesso modo: se un viaggiatore del passato interferisce con la storia, l'universo si biforca in due o più rami, e la madre uccisa va a finire in un universo parallelo, non in quello da cui lui proviene.


COME SI COSTRUISCE LA MACCHINA DEL TEMPO

A differenza delle macchine del tempo di romanzi e film, quella di Paul Davies non si sposta nel tempo, ma modifica la struttura dell'universo per costruire un percorso chiuso nello spazio.Crea un wormhole artificiale che consente al viaggiatore di andare nel passato e tornare indietro. E può essere realizzata con le tecnologie già oggi disponibili.

1° Il primo strumento neces­sario per realizzare un wormhole artificiale è un collisore, cioè un acceleratore di particelle. Queste macchine permettono di ricreare le condizioni dell'universo a circa un microsecondo dopo il Big Bang, quando la temperatura era di dieci trilioni di gradi e l'universo era in uno stato definito pla­sma di quark e gluoni (particelle subatomiche).Proprio da una bolla di questa materia ad altissima energia si estraggono i wormhole «virtuali». Questi però compaiono solo per tempi brevissimi, per poi scomparire nel vuoto che si trova all'interno degli acceleratori.

2° Il passo successivo è trasformare i wormhole virtuali in reali, iniettando l'energia sufficiente per evitare che riscom­paiano. È un fenomeno noto della fisica, per esempio si utilizza nella trasmissione di onde radio. Intorno a un elettrone girano fotoni virtuali, formando il campo elettrico. Se si accelera l'elettrone, facendolo passare in un filo, i fotoni virtuali acquistano energia e si trasformano in fotoni reali allontanandosi dal filo sotto forma di onderadio. Tuttavia, l'energia del plasma di quark e gluoni non basta per raggiungere le temperature richieste per trasformare questa «schiuma» spaziotemporale in vero wormhole.II secondo strumento per fabbricare la macchina del tempo di Davies è un dispositivo dl implosione che dà alla bolla di quark e gluoni l'energia necessaria per comprimerla di un fattore pari a un miliardo di miliardi.Questo per elevarne la temperatura consentendo la trasformazione della bolla in un embrione di wormhole. La difficoltà non è nella quantità di energia necessaria (circa dieci miliardi di joule, la produzio­ne di una centrale elettrica in qualche secondo), quanto nella concentrazione dell'energia su dimensioni così piccole.

3° Per portare il wormhole dallo stato embrionale a dimen­sioni utili occorre uti­lizzare un dilatatore , che ne accresca le dimensioni e lo mantenga aperto per consentire al temponauta di passarvi senza problemi Per fare questo Paul Davies ipotizza di servirsi dell'antigravità, una forza repulsiva che può essere prodotta dal cosidetto «effetto Casi­mir». Due piastre conduttrici variano i campi elettromagnetici dello spazio, creando una forza repulsiva, l’antigravità appunto.

4° L'ultima fase consiste nel trasformare il wormhole, ormai portato alla taglia giusta, in una macchina del tempo. E cioè stabilire una differenza temporale permanente tra le sue estremità. II compito è affidato al differenziatore e la tecnica suggerita è la dilatazio­ne temporale che si osser­va nell'effetto dei gemelli. Ancora una volta si ricorre a un acceleratore di parti­celle, in questo caso per far circolare una delle estremità del cunicolo a velocità prossime a quella della luce, per un periodo sufficientemente lungo da provocare una discrepanza temporale fra le due estremità. Così si può viaggiare indietro nel tempo. La macchina del tempo è pronta. Bisogna ancora ri­solvere qualche problema tecnico, ma esiste un progetto da seguire.


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Messaggio Da GIANLUCA1989 Ven Nov 20, 2009 11:13 pm

La possibilità di visitare il passato crea veri paradossi, affascinanti e apparentemente impossibili da risolvere. Il più semplice è questo: un viaggiatore torna nel passato e uccide sua madre ancora bambina. Quindi non sarebbe più potuto nascere e neanche commettere l'omicidio.
I paradossi sono le cose che più mi affascinano... e questo è uno dei paradossi più grandi.... non avevo pensato a questa ipotesi
Quindi non sarebbe più potuto nascere e neanche commettere l'omicidio.
Effettivamente è vero,se uccidi tua madre nel passato,non saresti più potuto nascere e neanche commettere l'omicidio....
Cosa accade però se tu provi a sparargli? l'evento precedente? ci deve essere qualche forma di censura,
infatti come dice l'articolo
Stephen Hawking ha messo una toppa al problema con la sua «congettura della protezione cronologica»: la natura troverà sempre il modo per impedire i viaggi nel passato.
Congettura di protezione cronologica
« È come se ci fosse una Agenzia per il Controllo Cronologico che impedisce la comparsa di curve temporali chiuse, così da rendere l'universo un luogo sicuro per gli storici. »
(Stephen Hawking (1992))
La Congettura di protezione cronologica è una congettura, formulata dal fisico Stephen Hawking, che ipotizza che le leggi della fisica siano tali da impedire la nascita di curve temporali chiuse, almeno su scale che non siano sub-microscopiche.
Questa congettura nasce per risolvere il cosiddetto paradosso del nonno che rende implausibile la possibilità di viaggi nel tempo. Ovviamente, si parla di viaggi nel tempo verso il passato, visto che la possibilità di viaggi nel tempo verso il futuro sono consentiti dalla fisica einsteniana senza alcun paradosso.

Il paradosso del nonno
Per approfondire, vedi la voce paradosso del nonno.
Uno dei plot più usati dalla fantascienza che parla di viaggi nel tempo è il paradosso a volte citato come "paradosso del nonno". Il protagonista della storia riesce a scoprire un modo per viaggiare nel tempo (vedi anche "La macchina del tempo" di H.G. Wells o Terminator), la utilizza per tornare di pochi anni nel passato e uccidere il proprio nonno. Questo fatto rende impossibile il suo viaggio e l'uccisione stessa, che di nuovo la rende possibile e così via.
Questo paradosso, e le sue varianti in cui ad esempio uccide se stesso oppure viene fatta una domanda ad una macchina la cui risposta implica l'impossibilità della stessa e viceversa, viene utilizzato per dimostrare l'impossibilità logica dei viaggi a ritroso nel tempo.
Fonte : http://it.wikipedia.org/wiki/Congettura_di_protezione_cronologica
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Messaggio Da centro anti-blasfemia Sab Nov 21, 2009 12:32 pm

COSMOLOGIA
Hawking: Potremo viaggiare indietro nel tempo.

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Nell’inversione che trasmetterà le onde di scossa attraverso l'universo, il professor Stephen Hawking, principale fisico cosmico della Gran Bretagna, ha ipotizzato la possibilità di muoversi nel tempo.
Dopo avere schernito questo concetto per gli anni, Hawking ora sostiene che non è solo una possibilità ma una cosa su cui il governo dovrebbe spendere dei soldi. Tre anni fa, Hawking, professore di matematica all'università de Cambridge, ha provocato un dibattito fra i cosmologi e gli astronomi quando ha scartato l’idea del viaggio nel tempo. Ciò è avvenuto mentre un numero crescente di astronomi e di fisici stava sostenendo che la teoria generale della relatività di Einstein potesse ammettere questa possibilità. Hawking, tuttavia, formulò la sua ipotesi a difesa della cronologia, una misto di scienza avanzata e logica ordinaria. Il viaggio nel tempo, egli disse, permetterebbe alla gente di alterare il proprio passa-to. Potreste assassinare i vostri antenati o persino impedire la vostra propria nascita, una possibilità che lui aveva conside-rato ridicula. " La prova più evidente che il viaggio nel tempo non sarà mai possibile è che non siamo ancora stati invasi dai orde di turisti dal futuro" disse due anni fa.
Ora, nella prefazione ad un nuovo libro, The Physics Of Star Trek dell' astronomo americano Lawrence Krauss, Hawking ha ritrattato al punto da adottare la lingua "dei Trekkies". Ha parlato apertamente di curvatura dello spazio e di velocità superiore a quella della luce. Ha detto: "una delle conseguenze del viaggio accelerato interstellare sarebbe che si potrebbe anche andare indietro nel tempo." Hawking sostiene che il viaggio nel tempo non sarà probabilmente praticabile, ma i semi del dubbio sono stati gettati nella sua mente: " se si combina la teoria della relatività generale di Einstein con la teoria di quantum, comincia a sembrare una possibilità." Ha precisato che la ricerca sul "closed time-like curves", termine tecnico per il viaggio nel tempo, sta progredendo in un certo numero di università, inclusa Cambridge e l' Istituto di Tec-nologia della California. "Non richiede molti soldi - ciò che serve è un' apertura mentale tale prendere in considerazione possibilità che potrebbero sembrare fantastiche, " ha detto Hawking.
Il dibattito scientifico sul viaggio nel tempo risale a Sir Isaac Newton che, nel diciassettesimo secolo, lo escluse categori-camente, sostenendo che il tempo e lo spazio erano fissi ed immutabili. Le sue asserzioni furono accettate finchè Einstein non dimostrò che il tempo e lo spazio sono collegati strettamente e che entrambi sono influenzati dalla gravità. Le sue teorie hanno condotto all'idea che i campi gravitazionali enormi, come quelli trovati intorno alle stelle collassanti, cono-sciute come buchi neri, potrebbero invertire il flusso di tempo. Anche il Dott. Michio Kaku, professore di fisica teorica alla City University di New York, che sta facendo un viaggio in Gran Bretagna per divulg il suo nuovo libro, sostiene in teoria la possibilità di viaggiare nel tempo "costruire una autentica macchina del tempo non sarà facile come sedersi in una sedia e girare alcune manopole. Le moderne proposte per una macchina del genere affrontano un problema serio: la disponibilità di energia" ha detto. Egli ritiene che l'energia necessaria sarà trovata soltanto nelle fonti di combustibile si-tuate nello spazio profondo, che ancora lascia il problema di arrivarci. Come dice Hawking nella sua prefazione: "C’è uno scambio bidirezionale fra la fantascienza e la scienza. Non siamo ancora in grado di andare senza paura dove nessun uo-mo o donna è mai andato prima, ma almeno possiamo farlo nella mente." (di Jonathan Leake e Rajeev Syal, tratto dal Time).



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John Titor - Pagina 2 Empty Re: John Titor

Messaggio Da centro anti-blasfemia Sab Nov 21, 2009 12:34 pm

SCIENZA

Il fisico Michio Kaku spiega perché l’idea di spostarsi
dal nostro universo a un altro
(e magari fare una capatina nell’Eden...) non sia solo un sogno:
«La teoria delle stringhe, un’idea di Einstein, mostra quante cose sfuggano alla scienza classica, troppo pronta a dire "impossibile"».

A spasso con la macchina
dello "Spazio-tempo"

«Si chiama "Ponte di Einstein-Rosen" il canale attraverso il quale
si potrebbe passare da un mondo all’altro.
È uno dei tanti sviluppi potenzialmente "strani" della quantistica,
che presto potrebbe portarci a "leggere nella mente di Dio"
grazie ai nuovi rivelatori spaziali di onde gravitazionali».

Luigi Dell’Aglio
("Avvenire", 3/6/’07)

Un viaggio con la macchina del tempo? Non è più fantascienza, è un'ipotesi per ora assai poco probabile ma non impossibile, per il fisico quantistico Michio Kaku, del "City College" dell'Università di New York, "co-autore" della rivoluzionaria «teoria delle stringhe» o «teoria del tutto». Come tanti suoi colleghi del "CalTech", del "Mit" e di "Princeton", è impegnato su fronti di ricerca che stanno molto al di là della fisica tradizionale. Studia gli universi paralleli e «le undici dimensioni "extra"». E, poiché addentrarsi nello spazio significa risalire nel tempo, il professore riflette su domande come queste: potremo un giorno mandare un viaggiatore nell'Eden a implorare Eva perché non colga la mela? O inviare a Dario, re dei Persiani, poco prima della battaglia di Isso, vinta da Alessandro Magno, una partita di mitragliatrici (con tanto di istruzioni per usarle) che cambierebbe il seguito della storia umana? La sua risposta è sottile: «Le prove finora addotte contro la realizzabilità di tutto ciò risultano non affidabili». Il pubblico è affascinato quando lui lo intrattiene sulla possibilità (futura) di allungare la vita «ingannando il tempo». In Italia sono usciti i suoi ultimi due libri di "frontiera": "Iperspazio" (Macroedizioni) e "Mondi paralleli" (Codice Edizioni). "New York Times" e "Washington Post" hanno definito "Iperspazio", il suo "bestseller", «uno dei migliori libri di scienza».

Professor Kaku, lo spazio classico è a tre dimensioni: lunghezza, larghezza e altezza. Possono esisterne altre otto?

«Le dimensioni "extra" sono una possibilità logica. Nessuna teoria fisica le esclude. La stessa cosa possiamo dire degli universi paralleli».

L'astronomo Ken Croswell attacca gli astrofisici quantistici. «È troppo comoda - dice - la loro posizione: finché non scoprono qualcosa, possono dire ciò che vogliono, e nessuno può dimostrare che hanno torto». Lei come risponde?

«E io replico: non è affatto da escludere che gli universi paralleli vengano dimostrati, magari indirettamente. Del resto, anche dei buchi neri abbiamo soltanto prove indirette».

Ma lei afferma che i buchi neri (stelle collassate, la cui forza di attrazione gravitazionale non lascia sfuggire neanche un raggio di luce) potrebbero essere una porta per passare in un universo diverso dal nostro...

«Dobbiamo considerare, prima di tutto, la crescente potenza degli strumenti di cui la ricerca si sta dotando. Questi mezzi rivoluzionano le nostre conoscenze dell'universo. Quando il satellite "Wmap" (Wilkinson Microwave Anisotropy Probe) ci ha dato una mappa della radiazione generata dal "Big Bang", la rivista "Time" ha titolato: "Abbiamo l'eco della Creazione". Questi strumenti hanno registrato il bagliore che ha riempito l'universo. Quella luce ha percorso più di tredicimila miliardi di chilometri per arrivare sulla Terra».

Ma occorreranno ben altri strumenti per cambiare universo.

«I veri strumenti del futuro, i poderosi rivelatori spaziali di onde gravitazionali, ci aiuteranno a verificare la teoria delle stringhe e ad arrivare a "leggere nella mente di Dio" come diceva Einstein. La teoria delle stringhe non è stata ancora verificata ma è l'oggetto di decine di migliaia di articoli scientifici».

Può spiegarcela? È la "teoria del tutto" che Einstein aveva cercato invano?

«Una stringa è come una corda di violino, ma cento miliardi di miliardi di volte più piccola di un protone. Non è fatta di atomi perché sono le stringhe gli elementi indivisibili alla base di tutta la materia. La stringa vibra e, a seconda della risonanza, abbiamo una particolare particella. La teoria dovrebbe incorporare la meccanica quantistica e la relatività generale, includendo e spiegando tutte le leggi della natura».

Si dice che gli universi paralleli siano figli di Einstein. Ma perché, per più di mezzo secolo, la scienza non si è occupata né di universi paralleli né di passaggi da un universo all'altro?

«Le equazioni di Einstein sono un "lievito" che farà ancora crescere la conoscenza. Da tanti decenni gli studiosi si erano accorti che, dentro le intuizioni einsteiniane, ci sono non pochi sviluppi potenzialmente "strani" (per la fisica classica). Ora molti fisici si rendono conto che, all'interno di ogni buco nero che collassa, possono trovarsi i "semi" di un nuovo universo. Si chiama "Ponte di Einstein-Rosen" il canale attraverso il quale si potrebbe passare da un universo all'altro. E ne avranno bisogno le generazioni del futuro remoto».

Perché?

«Fra miliardi di anni, ci accorgeremo che è una vera fortuna che il nostro universo sia uno dei tanti creati come bolle nell'oceano dell'"iperspazio". Perché il nostro universo in espansione sarà diventato spaventosamente gelido. E la nostra civiltà, per sopravvivere, dovrà trasferirsi in un nuovo universo, giovane e caldo, oppure farsi traghettare in un passato dalle temperature certamente più dolci. Si potrebbe condensare tutta l'informazione intelligente del nostro universo e "spararla" nel "Ponte di Einstein-Rosen", per depositarla in un'altra dimora. Questi anni di studi d'avanguardia sono magnifici per la fisica».

Quali traumi comporterà la migrazione in un universo parallelo?

«Beh, non dimentichiamo che il nostro universo è "il più grande pranzo gratis che ci sia stato offerto"».

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Messaggio Da centro anti-blasfemia Sab Nov 21, 2009 12:37 pm

TEORIE. Dopo le affermazioni di Hawking sui viaggi tra passato e futuro. Su " Liberal " dibattito ai confini della scienza
I buchi neri, porte del tempo
I fisici Ruffini e Kaku non escludono ipotesi vertiginose. Un tuffo nello spazio per passare in un altro universo come dallo specchio di Alice. Cambiando un evento remoto, non muterebbe la storia ma avremmo due realta' parallele


------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ TEORIE Dopo le affermazioni di Hawking sui viaggi tra passato e futuro. Su "Liberal" dibattito ai confini della scienza TITOLO: I buchi neri, porte del tempo I fisici Ruffini e Kaku non escludono ipotesi vertiginose. Un tuffo nello spazio per passare in un altro universo come dallo specchio di Alice. Cambiando un evento remoto, non muterebbe la storia ma avremmo due realta' parallele - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Alzi la mano chi, non essendo un fisico, ha veramente capito la teoria della relativita' : se gli interpellati fossero onesti, le mani sarebbero poche. E se per capire non s' intende solo la capacita' di decifrare certe equazioni, ma quella di afferrarne compiutamente il senso, puo' darsi che anche qualche addetto ai lavori si trovi in difficolta' : la coscienza dell' irreversibilita' del tempo e' cosi' radicata nella nostra esperienza quotidiana, che la possibilita' di spostarci avanti e indietro lungo l' asse della "quarta dimensione" viaggiando nel tempo . possibilita' che la relativita' non esclude dal punto di vista teorico . sembra solo uno scenario da Star trek. "Eppure la fantascienza di oggi e' spesso la scienza di domani. E per questo e' doveroso studiare i fantasiosi teoremi fisici applicati dall' equipaggio di Star trek. Se dovessimo dedicarci solo ai problemi terreni, limiteremmo di molto il nostro potenziale umano". Non scrive cosi' un patito della fantascienza ma il piu' noto fisico vivente, Stephen Hawking (nella prefazione al libro The physics of Star trek, di Lawrence M. Krauss). E un altro scienziato britannico, John Gribbin, ha dato alle stampe un volume (pubblicato in Italia dall' editore Aporie) dal titolo Costruire la macchina del tempo. Allora un bel viaggio nel tempo? "Non e' fantasia", risponde la rivista Liberal nel titolo dell' inserto scientifico del numero che sara' in edicola nei prossimi giorni e che, oltre a un estratto del testo di Hawking, contiene due lunghe interviste ai fisici Remo Ruffini e Michio Kaku. Rispondendo alle domande di Nicoletta Tiliacos, Ruffini (fu lui, assieme a John Wheeler, a battezzare "buchi neri" le stelle collassate, e a identificarne nel 1971 la prima, Cygnus X 1) ricostruisce la storia del viaggio nel tempo come ipotesi scientifica. Inizio' Kurt Godel nel 1949, presentando la propria idea ad Einstein come "dono" per il suo settantesimo compleanno, e Ruffini rivela che Einstein, riflettendo sui paradossi logico etici che essa implicava, avrebbe commentato: "Dio non ti permettera' di realizzare un tale tipo di universo" (per funzionare, l' ipotesi di Godel presupponeva l' esistenza d' un universo dotato di particolari caratteristiche). Ruffini cita quindi le "macchine del tempo", ideate da Carter e Cristodolou, fondate entrambe sulla possibilita' teorica di "attraversare" un buco nero per rimergere in un altro universo, aggiungendo che di tale soluzione, contrariamente a quella di Godel, non e' possibile escludere in linea di principio la realizzabilita' pratica. E i paradossi? Non saranno tali da trascinare l' uomo ai confini della follia? La macchina del tempo non sara' una macchina infernale? "Ero a Princeton qualche settimana fa", risponde Ruffini, "e ho saputo che gli imbianchini avevano cancellato con vernice fresca quello che consideravano uno scarabocchio e che invece e' una delle piu' grandi verita' . L' aveva scritta Einstein sul camino del suo studio: "Il Signore e' raffinato, ma in fin dei conti non e' maligno". Anche una macchina del tempo e' una cosa raffinata, ma non cattiva". Prospettive ancora piu' vertiginose dischiudono le risposte del giapponese Michio Kaku alle domande di Silvia Kramar. Paragonando la nostra difficolta' a concepire altre dimensioni a quella che incontrerebbero le carpe di un laghetto nell' immaginare l' esistenza dello spazio al di la' della superficie dell' acqua, Kaku ci costringe ad arrampicarci fino alla decima dimensione: "Oggi noi abbiamo raggiunto l' ipotesi che il fiume del tempo possegga dei vortici e dei gorghi, e che si possa dividere tra vari emissari. Per dimostrarlo dobbiamo accettare la teoria delle dieci dimensioni, che giustifica la possibilita' del tempo di ritorcersi su se stesso e di aprirsi un varco nello spazio". Per far funzionare una macchina del tempo occorrebbe un' energia tanto elevata da superare tutta quella del nostro pianeta, tuttavia, spiega Kaku, i buchi neri potrebbero risolvere il problema grazie alle scorciatoie dei wormholes (fori di tarlo): "La distanza fra due punti su un foglio di carta e' una linea retta, ma se noi pieghiamo il foglio fino a far coincidere i due punti...". Il primo a immaginare una simile possibilita' , aggiunge Kaku, non fu un fisico, ma Lewis Carroll in Alice nel paese delle meraviglie: "Nelle pagine del suo romanzo, Carroll fece viaggiare Alice attraverso una lente d' ingrandimento... se una stella collassa sotto la sua stessa forza, essa non cade in un punto preciso ma in un cerchio fatto di neutroni, esattamente come la lente d' ingrandimento di Alice... cosa accadrebbe se si cercasse di attraversare il cuore di un buco nero? Si cadrebbe, come Alice, nel paese delle meraviglie, oppure ci si distruggerebbe? Non lo sappiamo; ma un giorno spediremo un razzo nel cuore di un buco nero, alla ricerca di un possibile viaggio nel tempo". E se qualcuno tornasse indietro nel tempo a uccidere i genitori di un nemico per annullarne l' esistenza (ricordate il cyborg cattivo interpretato da Schwarzenegger in Terminator?)? E se qualcuno tornasse nel 1066 a invertire il risultato della battaglia di Hastings? Kaku spiega perche' , secondo lui, la nostra storia non cambierebbe: "Il tempo si biforcherebbe, creando due realta' parallele". In effetti, secondo i fisici, esistono non due, ma infinite realta' parallele, un vertiginoso coacervo di multiversi: "Finora e' esistita la mitologia giudaico cristiana della creazione", conclude Kaku, "all' inizio esisteva solo l' uovo cosmico, che si e' dischiuso e dal quale, in un preciso momento, e' scaturito l' universo. Poi c' e' la mitologia buddista: il tempo non esiste, non vi fu mai un inizio e non vi sara' mai una fine. Noi scienziati oggi crediamo che la nostra teoria unisca entrambe le mitologie e che l' universo sia come dell' acqua bollente, sulla cui superficie continuano a formarsi delle bolle. Bolle che crescono e si espandono in un oceano fatto di nulla...Noi viviamo su una bolla che sta crescendo molto rapidamente, ma accanto a noi ne esistono molte altre...".

Formenti Carlo


Pagina 33
(29 novembre 1995) - Corriere della Sera



http://archiviostorico.corriere.it/1995/novembre/29/buchi_neri_porte_del_tempo_co_0_95112910672.shtml Laughing Laughing Laughing Laughing

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Messaggio Da centro anti-blasfemia Sab Nov 21, 2009 12:39 pm

27-1-2009
E la MENTE di DIO?
di A cura di Massimo Teodorani






Michio Kaku è uno dei più eminenti fisici teorici attualmente viventi e si occupa del campo più avanzato della fisica teorica contemporanea: l'universo delle superstringhe.
Non si pensi però ad un arcigno e complicato professore, anzi, il suo motto è: Take it easy!
Infatti uno dei suoi meriti è facilitare la comprensione di una materia che se può non sembrare per tutti ha però la forza di trasformare un' intera visione del cosmo. M. Kaku lo fa un po' giocando e un po' lasciandosi stupire come un poeta. Si percepisce bene questa sua qualità nel libro >>>Il Cosmo di Einstein dove riporta, tra gli altri, con piglio divertito, questo aneddoto del suo beneamato e compianto collega, da cui ha ereditato il sogno di una teoria unica.

Un giorno, fu chiesta a Einstein la formula del suo successo, e la risposta fu: «x+y+z dove x sta per lavoro, y per gioco…».
«E z?». Gli chiese il suo interlocutore sollecitando la lunga pausa di silenzio.
«Tenere la bocca chiusa!».
Scienza e Conoscenza, grazie alla collaborazione dell'astrofisico Massimo Teodorani, ha intervistato M.Kaku sottraendolo un poco dal suo impegno di conferenziere mondiale in cui si trovava impegnato per celebrare il centenario di Einstein. Le tematiche della conversazione riguardano la teoria delle superstringhe, la struttura dell'universo e il modo in cui le possibili intelligenze viventi in questo vasto universo si rapportano con esso.

Massimo Teodorani: Puoi spiegarci in che modo la teoria delle superstringhe rappresenta una rivoluzione nel panorama della fisica teorica contemporanea, in confronto alla relatività e alla meccanica quantistica? In che modo essa riesce a unificare tutte le forze della fisica?
Micho Kaku: Esistono quattro forze che regolano l'universo. La forza gravitazionale è descritta dalla relatività, che offre una spiegazione del mondo su vasta scala, per esempio dei buchi neri e dell'universo in espansione.
Le altre tre forze (la forza elettromagnetica e le forze nucleari debole e forte) sono descritte dalla teoria dei quanti (la teoria del molto piccolo, come la fisica sub-atomica). È notevole che tutte le conoscenze fisiche, alla fin fine, sono contenute in queste due teorie: relatività e teoria quantistica. Questo è il risultato più importante della fisica del ventesimo secolo. Tuttavia, queste due teorie sono molto diverse, ed è un mistero il fatto che non sia possibile combinarle facilmente in una teoria unificata.
Per mezzo secolo, i più importanti fisici del mondo hanno cercato di unificare queste due grandi teorie, fallendo. Finora, l'unica teoria che è riuscita nell'intento è quella delle stringhe.
Per migliaia di anni, dai tempi degli antichi greci, gli scienziati hanno pensato che la materia consistesse di particelle minuscole. La teoria delle stringhe è diversa. Si basa sulla semplice idea che ciascuna delle centinaia di particelle subatomiche che osserviamo in natura si manifesti come vibrazioni di una corda, la quale assomiglia a un elastico molto sottile. Ciascuna vibrazione corrisponde a una particella subatomica. La stringa, muovendosi, costringe lo spazio-tempo circostante ad arrotolarsi, come Einstein aveva predetto. In tal modo, otteniamo una splendida unificazione della teoria dei quanti e della relatività. È l'unica teoria che possa vantare un simile risultato.

Cos'è la “M-brane theory”, e in che modo essa espande la teoria fondamentale delle superstringhe?
La teoria delle stringhe si basa su corde sottili che vibrano in un iperspazio a dieci dimensioni (il nostro mondo familiare possiede solo quattro dimensioni: tre dello spazio e una del tempo).
Ma la cosa strana è che esistono cinque teorie delle stringhe, il che sembra eccessivo. Secondo Einstein, le leggi dell'universo dovevano essere uniche, quindi cinque universi auto-consistenti sembrano troppi. Ma nella “M-theory” postuliamo che l'universo abbia undici dimensioni e contenga membrane (come una sfera). L'importanza della M-theory sta nel fatto che può spiegare perché esistono cinque diverse teorie della stringhe. Se prendiamo una sfera e la tagliamo lungo l'equatore, otteniamo un anello. Quindi, eliminando una dimensione, una sfera diventa un anello (stringa circolare).
Similmente, è possibile dimostrare che esistono cinque modi per sezionare o ridurre una sfera a undici dimensioni in un anello a dieci dimensioni. Per cui, tutte e cinque le teorie delle stringhe sono manifestazioni dello stesso oggetto. La M-theory è una versione più avanzata della teoria delle stringhe, ma è la stessa teoria. Sebbene la teoria delle stringhe sia abbastanza definita, finora conosciamo poco della struttura complessiva della M-theory vera e propria. Quest'ultima è ancora un mistero.

Quali sono gli esperimenti più interessanti in programma per dimostrare la teoria delle superstringhe, anche indirettamente?
La teoria delle stringhe non può essere provata direttamente, perché è una teoria dell'universo. Ogni soluzione corrisponde a un universo intero. Quindi, per verificare completamente la teoria, bisogna creare un universo in miniatura in laboratorio, il che è impossibile. Tuttavia, sono possibili delle prove indirette. Quando, per es. l'acceleratore di particelle Large Hadron Collider entrerà in funzione al CERN, in Svizzera, e speriamo di riuscire a produrre nuove strane particelle previste dalla teoria delle superstringhe, chiamate “sparticelle” o super particelle.
Inoltre, nel 2011 verrà lanciato un nuovo, potente satellite chiamato “LISA” (Laser Interferometry Space Antenna), che potrebbe riuscire a cogliere l'onda d'urto dell'istante della creazione. Esso consiste di tre satelliti spaziali, collegati da fasci laser, che compongono nello spazio un triangolo di cinque milioni di chilometri di diametro. Esso potrebbe catturare qualsiasi onda gravitazionale dell'istante originario del big bang che ancora fluttui nell'universo. Ciò permetterà di confrontare i dati sperimentali con le previsioni della teoria delle stringhe.
Sono in corso altri esperimenti per verificare le sottili deviazioni della teoria newtoniana della gravità, secondo la quale la forza di gravità diminuisce con l'inverso del quadrato della distanza. Se la gravità diminuisse con l'inverso del cubo della distanza, avremmo una prova diretta di una quinta dimensione (infatti, la gravità si dissiperebbe in questa dimensione superiore).
Infine, speriamo che la scoperta della materia oscura possa offrire contributi alla teoria delle stringhe, perché la materia oscura potrebbe essere fatta di vibrazioni superiori delle stringhe.

In che modo la teoria delle stringhe espande e/o conferma i nostri attuali modelli cosmologici, e come vengono descritte la materia oscura e l'energia oscura nell'ambito di questa teoria?
La materia oscura rappresenta il ventitré per cento dell'universo (per contrasto, gli atomi sono solo il quattro per cento). Questa materia oscura è invisibile e costituisce la maggior parte della materia nell'universo, avvolgendo le galassie in un alone invisibile. È possibile che la materia oscura sia composta di sparticelle, super particelle o vibrazioni superiori delle stringhe. Alcune sparticelle hanno carica neutra, possiedono massa e obbediscono precisamente alle proprietà della materia oscura. Oggi, in qualsiasi momento uno scienziato potrebbe annunciare di aver catturato in laboratorio una particella di materia oscura. In tal modo, potremmo avere una prova indiretta della teoria delle stringhe, studiando o perfino catturando materia oscura in laboratorio.
L'energia oscura, invece, rappresenta il settantré per cento dell'universo. È l'energia del vuoto. Ora come ora, nessuno sa da dove viene questa energia. Sono state fatte molte ipotesi, incluse quelle dei teorici delle stringhe, ma per il momento nessuna teoria è stata accettata dalla comunità scientifica. È ancora un mistero per tutti.

La teoria delle stringhe richiede necessariamente un universo multidimensionale. Quanto sono grandi queste dimensioni rispetto ai tre assi X, Y e Z del nostro dominio spaziale?
In natura non vediamo queste dimensioni superiori. Il fumo, per esempio, riempie una stanza, ma non scivola misteriosamente in un'altra dimensione, sparendo dal nostro universo.
Nella teoria delle stringhe a dieci dimensioni, si pensava che sei delle dieci dimensioni fossero arrotolate o intrecciate in una piccola sfera. Ma da quando è comparsa la M-theory, alcuni pensano che il nostro universo sia una specie di membrana che galleggi in un iperspazio a undici dimensioni. Alcune di queste sette nuove dimensioni possono essere molto grandi, anche infinite. Per cui, nella M-theory, alcune di queste dimensioni non devono essere piccole. Sfortunatamente, siamo bloccati nella nostra membrana e non possiamo saltare nell'iperspazio. Siamo come mosche sulla carta moschicida: non possiamo saltare in una dimensione più vasta. Ma poiché la gravità può muoversi tra gli universi, se misuriamo la forza di gravità a piccole distanze, potremmo riuscire a scoprire che la gravità si dilegua dal nostro universo verso una dimensione superiore. Oggi, in tutto il mondo, si stanno facendo molti esperimenti per verificare questa idea.

Puoi spiegarci qual è il rapporto tra una natura multidimensionale - come il modello a undici dimensioni predetto dalla M-brane theory - e l'idea del cosiddetto “multiverso”? Qual è la differenza tra gli universi paralleli e le dimensioni di ordine superiore, e come si relazionano tra loro?
Oggi, la teoria che meglio spiega gli ultimi dati satellitari si chiama inflazione. Essa si basa sull'idea che il nostro universo un tempo conobbe un'espansione rapidissima. Ma l'inflazione sostiene anche che se questo è successo una volta, può succedere ancora. Cioè: i big bang accadono continuamente, anche mentre stai leggendo questo articolo. Se così fosse, gli universi (come bolle di sapone) potrebbero dividersi in due bolle di sapone più piccole. Di fatto, bolle di sapone minuscole possono spuntare o formarsi in qualsiasi momento. Questa è la teoria più realistica degli universi paralleli. Questo viene chiamato multiverso.
Ma in che modo avviene questa inflazione? Per rispondere, abbiamo bisogno di una teoria più basilare dell'inflazione, che potrebbe essere quella delle stringhe. In quest'ultima, tali universi potrebbero essere simili a bolle di sapone che galleggiano nell'iperspazio a undici dimensioni. La maggior parte di questi universi paralleli sono probabilmente morti e consistono di una nebbia senza vita di particelle subatomiche, obbedienti a diverse leggi della fisica. Ma taluni di questi universi potrebbero anche assomigliare molto al nostro.

Come cambia il concetto di campo in fisica quando si passa dalla relatività tradizionale e la meccanica quantistica alla teoria delle superstringhe? E cosa accade alla legge di conservazione dell'energia?
Tutta la fisica, oggi come oggi, è definita in termini di campi. Questi ultimi vennero introdotti da Michael Faraday nel XIX sec. Pensa alle linee del campo magnetico che permeano tutto lo spazio, come la tela di un ragno. A ogni punto dello spazio e del tempo assegniamo una serie di numeri che viene chiamata campo.
L'elettricità, il magnetismo, la gravità e le forze nucleari sono tutte formulate nel linguaggio dei campi. Tuttavia, quando la teoria delle stringhe venne formulata per la prima volta, nel 1968, essa consisteva di un miscuglio di teorie prive di relazioni. Era tutto molto confuso. Ciò che volevo era una teoria di campo delle stringhe, che potesse esprimere la teoria delle stringhe tramite un'equazione lunga un pollice. Grazie a K. Kikkawa, siamo riusciti a riformulare tutta la teoria delle stringhe nel linguaggio dei campi. La nostra equazione è lunga solo un pollice. La nostra teoria di campo delle stringhe è ora una riformulazione riconosciuta di tutta la teoria della stringhe.
Ma oggi, con la comparsa della M-theory, sappiamo che oltre alle stringhe devono esserci le membrane, e forse abbiamo bisogno di una nuova teoria di campo per esprimere tutta la M-theory espressa da un'equazione lunga un pollice. Finora, nessuno è riuscito a farlo.

Dal punto di vista epistemologico, la teoria delle stringhe viene considerata una sorta di teoria olistica o una versione allargata di una teoria riduzionista?
Il riduzionismo cerca di ridurre l'universo alle sue componenti minime, fondamentali. L'olismo cerca di vedere l'universo nella sua interezza.
Da questo punto di vista, le origini della teoria delle stringhe sono ironiche. Nel 1968 venne scoperta per caso, mentre si cercava di spiegare le particelle sub-atomiche osservate frantumando gli atomi, un procedimento tipicamente riduzionista. Ma quando i fisici vollero spiegare le particelle risultanti da tale frantumazione degli atomi, scoprirono centinaia di particelle sub-atomiche. Sembrava che il metodo riduzionista stesse entrando in crisi.
Oggi, molti fisici ritengono che questa giungla di particelle possa essere espressa attraverso la teoria delle stringhe. Ma poiché la teoria delle stringhe include automaticamente la teoria einsteiniana della relatività, essa fornisce una descrizione dell'universo intero, il che è un concetto olistico. Quindi, anche se le origini della teoria delle stringhe sono riduzioniste, le sue conclusioni sono olistiche. Anziché descrivere soltanto particelle minuscole, ha finito con il descrivere l'universo.

Qual è il ruolo dell'osservatore nella teoria delle superstringhe, se assumiamo che una conferma sperimentale di una simile teoria sia possibile? Come opera il principio di indeterminazione quantistica in tale caso?
La teoria delle stringhe è una teoria quantistica. Rispetta tutti i principi della teoria quantistica postulati nel 1925. Dunque, segue il principio di indeterminazione. Con ciò, vogliamo dire che devono esserci piccole fluttuazioni nella fisica newtoniana o einsteiniana che la rendono “confusa” e indeterminata. Per questo, non possiamo sapere con esattezza la posizione e la velocità di un elettrone. Non possiamo conoscere esattamente nemmeno la natura dello spazio-tempo, a causa di queste piccole fluttuazioni.
Dunque, intorno allo spazio-tempo devono esistere piccole fluttuazioni che lo rendono leggermente incerto.
Di solito, le fluttuazioni quantistiche sono piccole, come nell'atomo. Ma i fisici rimasero scioccati quando scoprirono che nella gravità queste fluttuazioni diventano infinite, rendendo inutile una teoria quantistica della gravità. Fu una tragedia. I fisici spesero decenni interi nel tentativo di eliminare questi infiniti, senza riuscirci. Solo nella teoria delle stringhe queste fluttuazioni possono essere tenute sotto controllo. Di fatto, finora questa è l'unica teoria che abbia questa notevole caratteristica.

Cosa pensi, come fisico teorico, del progetto SETI? Credi che dal punto di vista scientifico sia meglio cercare civiltà extraterrestri presumibilmente antropomorfe usando il SETI standard (“Microwave Observing Project e Optical SETI”) o altre metodologie come: a) la ricerca astronomica di un eccesso infrarosso generato da civiltà di Tipo II che siano riuscite a costruire “sfere di Dyson” intorno al loro sistema stellare, e forse anche grandi “arche di Dyson” in (relativamente) lento viaggio da una stella all'altra; b) civiltà di Tipo III presumibilmente in grado di compiere veloci visite in tutta la galassia, incluso il nostro pianeta?
Credo che sia praticamente certo che nello spazio esistano civiltà avanzate. Ci sono cento miliardi di galassie visibili dai nostri telescopi, ognuna con circa cento miliardi di stelle. Quindi, esistono centomila miliardi di stelle nell'universo visibile, e ritengo probabile che esseri intelligenti vivano in alcune di esse.
In ogni caso, raggiungere la Terra da una stella lontana richiede una tecnologia avanzata, probabilmente di Tipo III (una civiltà che detiene il controllo di un'intera galassia). Una tale civiltà sarebbe più progredita di noi di centinaia di migliaia, se non di milioni di anni. Si può calcolare che in una civiltà di Tipo III si raggiungano le energie in cui predomina la teoria delle stringhe. Quindi, una civiltà del genere potrebbe essere in grado di sondare direttamente, o persino manipolare, la teoria delle stringhe. In ogni caso, noi siamo una civiltà di Tipo 0 (cioè, deriviamo la nostra energia da piante morte, come il petrolio e il carbone), quindi energie del genere possiamo solo sognarle.
Tuttavia, il progetto SETI finora non ha scoperto niente. La mia opinione è questa: se stai camminando in una strada di campagna e vedi un formicaio, non ti chini a dire alle formiche: «Vi porto ciondoli e collanine. Vi porto l'energia nucleare. Vi porto la biotecnologia. Conducetemi dal vostro capo». Piuttosto, le calpesti e basta.
Allo stesso modo, è piuttosto presuntuoso ritenere che civiltà di Tipo III desiderino contattare noi, civiltà di Tipo 0, per trasmetterci la loro tecnologia avanzata. È più probabile che siamo troppo primitivi per essere interessanti (in realtà, il rischio maggiore non è che essi ci invadano, ma che facciano “piazza pulita” del nostro formicaio, per costruire qualche autostrada interstellare, senza nemmeno comprendere di aver cancellato una civiltà primitiva di Tipo 0).

Come può essere che una tecnologia aliena super-evoluta, in grado di padroneggiare “l'energia di punto zero”, possa creare la cosiddetta “warpdrive”? Puoi spiegarci in che modo una civiltà aliena in grado di imbrigliare l'energia di Planck possa manipolare lo spazio e il tempo?
Secondo la teoria di Einstein, se riesci ad accumulare abbastanza energia negativa (una forma esotica di energia che è stata prodotta in laboratorio), è possibile creare un “wormhole”, un cunicolo in grado di collegare due punti distanti nello spazio e nel tempo, come nei film di fantascienza. Al livello dell'energia di Planck, l'energia propria della teoria delle stringhe, sono possibili enormi distorsioni dello spazio-tempo, sufficienti a una civiltà evoluta per curvare la struttura dello spazio e del tempo. Anche se tutto ciò è solo un'ipotesi, usando la teoria di Einstein si può riuscire a spezzare la struttura dello spazio-tempo, e quindi a usare wormhole per creare macchine del tempo e come metodo di “iper-propulsione”.
C'è un problema: le correzioni quantistiche possono sigillare il wormhole non appena ci entri, oppure le radiazioni possono ucciderti. Per risolvere questi problemi, c'è bisogno di una teoria quantistica della gravità, come la teoria delle stringhe. Ma in questo momento la teoria delle stringhe non è ancora abbastanza sviluppata per offrire una risposta a tali questioni.

Cos'è la “Creazione” per un fisico teorico? Un concetto filosofico e/o religioso, o un possibile nuovo concetto scientifico?
Nel pensiero giudaico-cristiano c'è stato un momento di Genesi, in cui l'universo è stato creato. Nel buddismo invece non c'è creazione, ma solo Nirvana, che è fuori dal tempo, senza inizio né fine. Per cui, abbiamo una contraddizione. O l'universo ha un inizio o non ce l'ha; non esiste via di mezzo.
Al contrario, nella fisica si sta facendo strada una nuova idea, che unisce queste due concezioni in modo soddisfacente. Oggi crediamo (ma non possiamo ancora dimostrarlo) che la Genesi stia accadendo a ogni istante nell'oceano atemporale di un Nirvana iperspaziale a undici dimensioni. Come bolle di sapone che continuamente si dividono in altre bolle di sapone, crediamo che il nostro universo stia galleggiando in un iperspazio a undici dimensioni, insieme a un numero infinito di universi paralleli.

Dove è la “Mente di Dio”, secondo la versione “M-brane ” della teoria delle superstringhe? E qual è, secondo te, la religione che oggi si avvicina di più a tutto ciò?
Nella teoria delle stringhe, le particelle subatomiche corrispondono alle note della corda vibrante. La fisica non è che l'armonia di queste corde vibranti. La chimica consiste nelle melodie che si possono suonare su tali corde. L'universo è una sinfonia di corde, e la mente di Dio, su cui Einstein ha scritto tanto eloquentemente, corrisponderebbe alla musica cosmica che risuona in un iperspazio a undici dimensioni.

Qual è la “formula” più semplice per descrivere un fisico innovativo, oggi? Che consiglio daresti ai giovani che vogliono intraprendere una carriera in fisica?
Oggi, per essere un fisico, devi avere la passione per le idee più avanzate e rivoluzionarie, oltre a essere disposto a fare sacrifici per realizzare il tuo sogno. Ma poiché la teoria delle stringhe non è completa, le giovani menti hanno molto spazio per offrire contributi significativi. Forse, un giovane che stia leggendo questo articolo ne trarrà ispirazione per completare il sogno einsteiniano di una teoria del tutto.

Per saperne di più sulla teoria delle superstringhe vedi anche il video su: http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo.php?id=22543

Su Michio Kaku
Dr. Michio Kaku è il co-fondatore della Teoria del Campo delle Stringhe, e l'autore di bestsellers a livello internazionale (vedi sotto), ultimo l'acclamato: >>>Fisica dell'impossibile.
Il Dr. Kaku detiene anche la Cattedra Henry Semat per la fisica teoretica all'Università di New York.
Il suo sito - MKaku.org - è una comunità dove è possibile soffermarsi e condividere sui Forum o incontrarsi nella chat room. Qui inoltre si possono leggere gli ultimi articoli di Michio Kaku, saperne di più su i suoi libri e le sue interviste e ascoltare il suo radio show settimanale: Explorations in Science e altri programmi media

http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/michio-kaku-teoria-iperspazio.php Very Happy Laughing Laughing Laughing

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Messaggio Da centro anti-blasfemia Sab Nov 21, 2009 12:41 pm

MONDI PARALLELI

Interpretazione a molti mondi
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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L'interpretazione a molti mondi (abbreviata spesso in MWI, dall'inglese Many Worlds Interpretation) è una delle strade nate per dare una spiegazione al significato ultimo della meccanica quantistica[1]. L'interpretazione in questione ha visto la luce nel 1957 ad opera del fisico Hugh Everett III[2] e da allora ha incontrato momenti di forte risonanza, così come momenti di totale oblio. Va detto che fino a non molto tempo fa (e per certi aspetti ancora oggi) questa idea era bollata dai più dal marchio del "troppo assurda per essere vera". Basta pensare, ad esempio, che nella maggior parte dei testi di base alla meccanica quantistica questo argomento non è neppure sfiorato, per di più presentando l'interpretazione "classica" - detta solitamente interpretazione di Copenhagen - come se fosse l'unica e sola possibile.

Indice
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1 Il collasso dello stato quantistico
2 L'interpretazione di Everett
3 Punti non chiari
4 Note
5 Bibliografia
6 Voci correlate


Il collasso dello stato quantistico [modifica]
Negli anni '20 a coloro che si possono a buon merito definire i pionieri della teoria quantistica, si presentava un dilemma tutt'altro che banale: se davvero ogni sistema fisico è completamente determinato da un vettore in uno spazio di Hilbert (e questo è il postulato di base della Meccanica Quantistica), allora anche combinazioni lineari di vettori sono "buoni" stati per un sistema; questo non è altro che il principio di sovrapposizione, che è lungi dall'essere messo in discussione, data l'enorme mole di riscontri sperimentali che ha avuto nel corso dei decenni.

Tuttavia, se è valido questo principio allora perché in natura si osservano solo stati definiti e mai strane combinazioni di stati? Fu lo stesso Schrödinger che per primo espresse il problema: se oggetti microscopici come elettroni possono stare in combinazione di diversi stati perché non dovrebbe essere così anche per quelli macroscopici? Dopotutto basta pensare ad un qualsiasi evento "puramente quantistico", ad esempio il decadimento di uno stato metastabile, che ne influenzi uno "classico" come la morte o meno di un gatto. Il celebre esperimento mentale del gatto di Schrödinger ci pone davanti agli occhi il problema in tutta la sua ovvietà.

La "ricetta" per uscire da questa empasse è l'interpretazione di Copenhagen: la misura, l'atto dell'osservatore "rompe" l'evoluzione dinamica quantistica (guidata dall'equazione di Schrödinger) e causa il collasso dello stato quantistico: l'osservatore vedrà uno stato definito per il sistema (il gatto vivo o morto) e non una combinazione di stati perché la misura ha proiettato il sistema in uno stato specifico. Quale sia lo stato in cui il sistema collassa è noto solo probabilisticamente, secondo quanto suggerito per primo da Max Born. Una volta aggiunto questo postulato, si elimina il problema del perché la natura "sembri classica".

Fin qui nulla di nuovo dato che quella che si è brevemente descritta è l'interpretazione "ortodossa".

L'interpretazione di Everett [modifica]
L'idea di Everett parte da una premessa davvero semplice: in effetti si tratta semplicemente di rimuovere il postulato del collasso quantistico. Quello che potremmo chiamare il postulato di Everett (anche se in realtà è più un non-postulato) si può enunciare banalmente: tutti i sistemi isolati evolvono secondo l'equazione di Schrödinger.

Questo postulato riproduce esattamente le stesse previsioni, per un'operazione di misura, dell'interpretazione di Copenhagen. Vediamone un esempio.

Supponiamo di dover eseguire una misura di spin per un sistema fisico con spin 1 / 2 e denotiamo con e le proiezioni dello spin sull'asse z. Ipotizziamo di essere contenti se troviamo spin up e tristi se invece misuriamo spin down: possiamo quindi denotare con


gli stati in cui abbiamo misurato spin up, spin down e prima della misura, rispettivamente. Lo stato iniziale del sistema sarà in generale una combinazione del tipo


(dove α,β sono in generale numeri complessi), mentre l'effetto dell'osservazione sul sistema deve essere implementato da un operatore unitario di evoluzione, precisamente


con τ tempo caratteristico di risposta del sistema e H è la funzione di Hamilton dell'insieme sistema-osservatore. Da quanto detto si deve dedurre


e quindi anche, secondo l'idea di Everett:


cioè lo stato risultante è una combinazione di noi contenti per aver trovato spin up e di noi tristi per aver trovato spin down.

Ciò sta a significare che dopo la misura ci saranno due osservatori: uno che ha percepito lo spin up e l'altro che ha percepito lo spin down. Cioè la funzione d'onda universale conterebbe un'enorme serie di ramificazioni in diverse "realtà percepite" che sono state chiamate appunto Molti Mondi. È questa conseguenza dell'interpretazione di Everett che ha causato il forte scetticismo della comunità scientifica nei confronti della MWI.

Tuttavia va ammesso che, una volta digerito lo stupore che inizialmente si prova di fronte alle conseguenze della MWI, la teoria è senza dubbio di un'eleganza e semplicità sorprendenti. È opportuno sottolineare che l'interpretazione di Everett riproduce esattamente le stesse previsioni di quella ortodossa. Il probabilismo intrinseco nella prescrizione di Born e della scuola di Copenhagen (il "Dio che gioca a dadi" di Einstein) viene rimpiazzato da un comportamento che apparentemente è probabilistico, ma intrinsecamente è perfettamente deterministico: ogni osservatore dopo una misura è ignaro dei suoi alter ego e di quello che hanno percepito: dal suo punto di vista la Natura è casuale. Dal punto di vista esteriore invece - cioè da un punto di vista che prescinde dall'osservatore medesimo - prima della misura si è perfettamente in grado di dire quel che accadrà, semplicemente applicando l'evoluzione alla Schrödinger.

Punti non chiari [modifica]
Evidentemente la faccenda non è esaurita qui, in effetti viene naturale chiedersi perché in Natura si osservino sempre macrostati che sono autostati dell'operatore posizione o impulso e non invece autostati di altri operatori. Questo è un problema serio della teoria quantistica, che in realtà non è peculiare della sola MWI, ma è di più ampio respiro. Solo recentemente si è trovato che esiste un meccanismo noto come decoerenza quantistica, che sembra dare una risposta netta ed elegante alla questione.

Ma questo non è l'unico "intoppo". Ad esempio si è detto che la MWI è una teoria deterministica al contrario della meccanica quantistica "ortodossa". Questo è tecnicamente esatto, ma se lo si analizza più da vicino si comprende che, in fin dei conti, non cambia nulla: la MWI è deterministica solo dal punto di vista della funzione d'onda universale, ossia per un ipotetico osservatore che potesse seguire l'evoluzione di tutti i mondi; per un osservatore reale però la teoria ha la stessa indeterminazione a cui ci ha abituati la Meccanica quantistica. Tuttavia a questa osservazione si può rispondere che le due indeterminazioni non sono proprio uguali: quella dell'interpretazione di Copenhagen è ontologica essendo parte stessa della natura, quella dell'interpretazione a molti mondi è invece solo gnoseologica, poiché è un'indeterminazione solo ciò che noi sappiamo.

Un altro problema piuttosto evidente è che l'interpretazione non risponde alla domanda importante sul meccanismo fisico secondo il quale i mondi si diramerebbero, e neppure spiega come questo possa essere in accordo con principi altamente condivisi come la conservazione dell'energia ecc...

Ci sono inoltre numerosi altri "problemi tecnici" e anche di natura più "filosofica" che rendono questa interpretazione (come tutte le altre) non universalmente accettata dalla comunità scientifica. Si veda la bibliografia per spunti di approfondimento.

Note [modifica]
^ Si veda in proposito la voce: Interpretazione della meccanica quantistica
^ Si veda questo sito per una biografia dettagliata
Bibliografia [modifica]
(EN) Hugh Everett III "Relative State" formulation of Quantum Mechanics, Reviews of Modern Physics 29,454-462(1957). Articolo pionieristico di Hugh Everett III.
(EN) Bryce S. DeWitt Quantum Mechanics and reality, Physics Today 1970
(EN) Max Tegmark The interpretation of Quantum Mechanics: Many Worlds or many words?", Fortschr. Phys 46,855-862 (1998)
(EN) DeWitt, Graham "The Many Worlds Interpretation of Quantum Mechanics", Princeton University Press, 1973. Ottimo libro sull'argomento, curato da due pezzi grossi della comunità dei fisici teorici. Contiene per intero la tesi di dottorato di Hugh Everett III.
(EN) Roland Omnes "The interpretation of Quantum Mechanics" ,Princeton University Press, 1994. Testo sulla interpretazione della Meccanica Quantistica in generale nella prima parte e specifico dell'intepretazione delle storie consistenti nella seconda.
(EN) Wojciech H. Zurek Dechoerence, Einselection and the Existential Interpretation (the Rough Guide), Phil. Trans.Roy.Soc.Lond. A356,1793-1820 (1998). Lungo articolo sulla decoerenza quantistica.
Voci correlate [modifica]
Interpretazione della meccanica quantistica
Decoerenza quantistica
Multiverso
Collasso della funzione d'onda
Operatore di evoluzione temporale
Meccanica quantistica
Funzione d'onda
Suicidio quantistico

http://it.wikipedia.org/wiki/Interpretazione_a_molti_mondi_della_meccanica_quantistica Rolling Eyes Rolling Eyes Rolling Eyes Laughing Laughing

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Messaggio Da GIANLUCA1989 Dom Nov 29, 2009 9:41 pm

STRINGHE, IPERSPAZIO, UNIVERSI Paralleli
<object width="480" height="385"><param name="movie" value="https://www.youtube.com/p/D146EC84444F7F30&hl=it_IT&fs=1"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="https://www.youtube.com/p/D146EC84444F7F30&hl=it_IT&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" width="480" height="385" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true"></embed></object>

Ecco il video collegato al primo articolo che hai postato Very Happy
Sono 7 parti una di seguito all'altra ne ho fatto una playlist...
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Messaggio Da centro anti-blasfemia Dom Nov 29, 2009 11:44 pm

Ragazzi davvero interessante questo video fa capire abbastanza tutto il problema
dell'esustenza o meno dei mondi paralleli: Laughing Laughing Laughing Laughing Laughing Laughing Laughing Basketball bounce Basketball bounce

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Messaggio Da centro anti-blasfemia Lun Nov 30, 2009 1:50 pm

Ragazzi grazie per i video sopra-noi non ci stnchiamo a guardarli-tmpo non c'è.
Per quanto riguarda la macchina del tempo, le teorie si basano sul buco nero,
costruire un buco nero, un vortice che inghiottisce spazio,materia e tempo.
Ecco par che già hanno costruito un buco nero in laboratorio:


Un buco nero creato dall'uomo
Due scienziati di Nanchino hanno creato un buco nero in laboratorio: per ora cattura solo microonde, entro la fine dell'anno catturerà anche la luce.

[ZEUS News - www.zeusnews.com - 22-11-2009]



http://www.zeusnews.com/index.php3?ar=stampa&cod=11387 Shocked affraid

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