La Madonna appare a Medjugorie?
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Re: La Madonna appare a Medjugorie?
Ma quale foglietto di pergamena sic!
Creduloni !!!!!
Creduloni !!!!!
centro anti-blasfemia- CAPO DI 3° CLASSE
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Re: La Madonna appare a Medjugorie?
giallop ha scritto:Questa non la conoscevo proprio, la madonna vrebbe consegnati un foglio misterioso a
Mirjana che per adesso solo lei riesce a leggere nel quale sarebbero contenuti i 10 segreti:
Mah un foglietto ummm ? .... non credo ad un ipotesi del generecentro anti-blasfemia ha scritto:Ma quale foglietto di pergamena sic!
Creduloni !!!!!
io aspetto le dichiarazioni ufficiali e definitive del Vaticano su questo fenomeno ... per ora sono molto scettico
Re: La Madonna appare a Medjugorie?
Concordiamo, aspettiamo il sacro verdetto del Vaticano !
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Re: La Madonna appare a Medjugorie?
centro anti-blasfemia ha scritto:Concordiamo, aspettiamo il sacro verdetto del Vaticano !
Che non arriverà fintanto che le apparizioni sono in atto e a mio avviso in vita i veggenti, il motivo è che alcuni sono sposati e sparsi nel mondo. I 3 veggenti di fatima per esempio
(dove Francisco e Giacinta morirono in tenera età) Suor Maria Lucia divenne suora Carmelitana passando la sua vita in un convento. Probabilmente il comportamento dei veggenti di Medjugorie è al passo coi tempi, se fosse accaduto 100 anni fa avrebbero fatto un altra scelta.
Re: La Madonna appare a Medjugorie?
Non è vero che è colpa dei tempi moderni, noi abbiamo parenti ed amici,
suore, frati cattolici e monaci ortodossi, giovani, che vivono la vocazione
in modo esemplare con tutto il cuore, alcuni sono anche missionari, e soffrono
guerre, carestie, epidemie e persecuzioni, nel centro anti-blasfemia, molti
hanno fatto voto di verginità, e sono giovani, quindi se i veggenti di Medjugorje
non hanno scelto il celibato e la vita religiosa è perchè non hanno questa vocazione.
suore, frati cattolici e monaci ortodossi, giovani, che vivono la vocazione
in modo esemplare con tutto il cuore, alcuni sono anche missionari, e soffrono
guerre, carestie, epidemie e persecuzioni, nel centro anti-blasfemia, molti
hanno fatto voto di verginità, e sono giovani, quindi se i veggenti di Medjugorje
non hanno scelto il celibato e la vita religiosa è perchè non hanno questa vocazione.
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Re: La Madonna appare a Medjugorie?
Probabilmente hai ragione, certo che questo centro anti blasfemia è davvero intrigante, un giorno ci spiegherai di cosa si tratta...
Re: La Madonna appare a Medjugorie?
Ma che parole, il centro anti-blasfemia è un ufficio ha un indirizzo e-mail
e tanti siti, il gruppo è molto atttivo a googlle gruppi:
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Nome: Centro anti-blasfemia
Località: ITALIA
Qualifica: CENTRO ANTI-BLASFEMIA
Settore: Educazione
Non specificato Agricoltura Arti Edilizia Beni di consumo Servizi alle aziende Educazione Finanza Governo Legale Manifatturiero Media Servizi sanitari No-profit Svago, viaggi e divertimento Scientifico Terziario Tecnologia Trasporti
Indirizzo email: mir73lam11@gmail.com
Sito web o blog: http://groups.google.com/group/difendiamo-il-cristianesimo?hl=it
Citazione: Dal Salmo 99
Salvati dall'amore, cantiamo un canto nuovo.
Acclamate al Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.
Riconoscete che il Signore è Dio;
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.
Varcate le sue porte con inni di grazie,
i suoi atri con canti di lode,
lodatelo, benedite il suo nome.
Buono è il Signore,
eterna la sua misericordia,
la sua fedeltà per ogni generazione.
Canto al Vangelo (cf. Mt 6,19.20)
Alleluia, alleluia.
Non accumulare tesori sulla terra, ma nel cielo,
perché là dov'è il tuo tesoro,
sarà anche il tuo cuore.
Alleluia.
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DOMENICO FALBO
SERGIOPAOLO FALBO
MARTINO GERBER
GIULIANO LATTES
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DAVIDE FANO
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ILGRUPPO CENTRO ANTI-BLASFEMIA ELDOMOBARLION SI PROPONE DI DIFENDERE GESU' NOSTRO SALVATORE E LE SACRE SCRITTURE E I VALORI E I PRINCIPI CRISTIANI.QUINDI IL CENTRO ANTI-BLASFEMIA SI BATTE CONTRO LE OPERE BLASFEME-LA MASSONERIA ECCLESIASTICA-LA MASSONERIA-IL SATANISMOI FALSI CULTI E RELIGIONI-L'ABORTO-L'EUTANASIA-L'INCESTO-LA PEDOFILIA-LA PEDOPORNOGRAFIA-LA PROSTITUZIONE MINORILE-IL MOVIMENTO ORGOGLIO GAY-LE COPPIE DI FATTO-IL DIVORZIO-LA DROGA-IL NUDISMO E NATURISMO-PIERCING-TATUAGGIO E OGNI IMMORALITA' E PECCATO CONDANNATI DAL NUOVO TESTAMENTO.
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Re: La Madonna appare a Medjugorie?
Grazie per le informazioni, sicuramente siete mossi da nobili principi , l'ultima curiosità: fate riferimento a qualche movimento cristiano, parrocchia, istituto diocesano ecc.
Dirai che sono curioso, forse interessa anche ai lettori, visto i numerosi interventi che hai-avete fatto sul forum....
Dirai che sono curioso, forse interessa anche ai lettori, visto i numerosi interventi che hai-avete fatto sul forum....
Re: La Madonna appare a Medjugorie?
Al centro anti-blasfemia ci sono collaboratori, cattolici, evangelisti, ortodossi
ed ebreo-cristiani, quindi diverse confessioni cristiane, uniti tutti dal desiderio
di vedere un mondo migliore e la conversione del mondo.
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Re: La Madonna appare a Medjugorie?
Ragazzi siete curiosi sul vangelo di Valtorta, ci è capitato questo articolo in redazione
e ve lo passiamo:
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 1,39-45.
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo
ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?
Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo.
E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».
Traduzione liturgica della Bibbia
Corrispondenza nel "Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta : Volume 1 Capitolo 45 pagina 281.
Sono in un luogo montagnoso. Non sono grandi monti ma neppur più colline. Hanno gioghi e insenature da vere montagne, quali se ne vedono sul nostro Appennino tosco-umbro. La vegetazione è folta e bella e vi è abbondanza di fresche acque, che mantengono verdi i pascoli e ubertosi i frutteti, che sono quasi tutti coltivati a meli, fichi e uva: intorno alle case questa. La stagione deve essere primavera, perché i grappoli sono già grossetti, come chicchi di veccia, e i meli hanno già legati i fiori che ora paiono tante palline verdi verdi, e in cima ai rami dei fichi stanno i primi frutti ancora embrionali, ma già ben formati. I prati, poi, sono un vero tappeto soffice e dai mille colori. Su essi brucano le pecore, o riposano, macchie bianche sullo smeraldo dell’erba.
Maria sale, col suo ciuchino per una strada abbastanza in buono stato, che deve essere la via maestra. Sale, perché il paese, dall’aspetto abbastanza ordinato, è più in alto. Il mio interno ammonitore dice: “Questo luogo è Ebron”. Lei mi parlava di Montana. Ma io non so cosa farci. A me viene indicato con questo nome. Non so se sia “Ebron” tutta la zona o “Ebron” il paese. Io sento così e dico così.
Ecco che Maria entra nel paese. Delle donne sulle porte -è verso sera- osservano l’arrivo della forestiera e spettegolano fra di loro. La seguono con l’occhio e non hanno pace sinché non la vedono fermarsi davanti ad una delle più belle case, sita in mezzo del paese, con davanti un orto-giardino e dietro e intorno un ben tenuto frutteto, che poi prosegue in un vasto prato, che sale e scende per le sinuosità del monte e finisce in un bosco di alte piante, oltre il quale non so che ci sia. Tutto è recinto da una siepe di more selvatiche o di rose selvatiche. Non distinguo bene, perché, se lei ha presente, il fiore e la fronda di questi spinosi cespugli sono molto simili e, finché non c’è il frutto sui rami, è facile sbagliarsi. Sul davanti della casa, sul lato perciò che costeggia il paese, il luogo è cinto da un muretto bianco, su cui corrono dei rami di veri rosai, per ora senza fiori ma già pieni di bocci. Al centro un cancello di ferro, chiuso. Si capisce che è la casa di un notabile del paese e di persone benestanti, perché tutto in essa mostra, se non ricchezza e sfarzo, agiatezza certo. E molto ordine.
Maria scende dal ciuchino e si accosta al cancello. Guarda fra le sbarre. Non vede nessuno. Allora cerca di farsi sentire. Una donnetta, che più curiosa di tutte l’ha seguita, le indica un bizzarro utensile che fa da campanello. Sono due pezzi di metallo messi a bilico di una specie di giogo, i quali, scuotendo il giogo con una fune, battono fra di loro col suono di una campana o di un gong.
Maria tira, ma così gentilmente che il suono è un lieve tintinnio, e nessuno lo sente. Allora la donnetta, una vecchietta tutta naso e bazza e con una lingua che ne vale dieci messe insieme, si afferra alla fune e tira, tira, tira. Una suonata da far destare un morto. “Si fa così, donna. Altrimenti come fate a farvi sentire? Sapete, Elisabetta è vecchia e vecchio Zaccaria. Ora poi è anche muto, oltre che sordo. Sono vecchi anche i due servi, sapete? Siete mai venuta? Conoscete Zaccaria? Siete...”
A salvare Maria dal diluvio di notizie e di domande, spunta un vecchietto arrancante, che deve essere un giardiniere o un agricoltore, perché ha in mano un sarchiello e legata alla vita una roncola. Apre, e Maria entra ringraziando la donnetta, ma.... ahi! lasciandola senza risposta. Che delusione per la curiosa!
Appena dentro, Maria dice: “Sono Maria di Giovacchino e di Anna, di Nazareth. Cugina dei padroni vostri.”
Il vecchietto si inchina e saluta, e poi dà una voce, chiamando: “Sara! Sara!” E riapre il cancello per prendere il ciuchino rimasto fuori, perché Maria, per liberarsi della appiccicosa donnetta, è sgusciata dentro svelta svelta, e il giardiniere, svelto quanto Lei, ha chiuso il cancello sul naso della comare. E, intanto che fa passare il ciuco, dice: “Ah! gran felicità e gran disgrazia a questa casa! Il Cielo ha concesso un figlio alla sterile, l’Altissimo ne sia benedetto! Ma Zaccaria è tornato, sette mesi or sono, da Gerusalemme, muto. Si fa intendere a cenni o scrivendo. L’avete forse saputo? La padrona mia vi ha tanto desiderata in questa gioia e in questo dolore! Sempre parlava con Sara di voi e diceva: “Avessi la mia piccola Maria con me! Fosse ancora stata nel Tempio! Avrei mandato Zaccaria a prenderla. Ma ora il Signore l’ha voluta sposa a Giuseppe di Nazareth. Solo Lei poteva darmi conforto in questo dolore e pregare Dio, perché Ella è tutta buona. E nel Tempio tutti la rimpiangono. La passata festa, quando andai con Zaccaria per l’ultima volta a Gerusalemme a ringraziare Iddio d’avermi dato un figlio, ho sentito le sue maestre dirmi: “Il Tempio pare senza i cherubini della gloria da quando la voce di Maria non suona più fra queste mura.” “Sara! Sara! E’ un poco sorda la donna mia. Ma vieni, vieni, ché ti conduco io.”
Invece di Sara, spunta sul sommo di una scala, che fiancheggia un lato della casa, una donna molto vecchiotta, già tutta rugosa e brizzolata intensamente nei capelli, che prima dovevano essere nerissimi perché ha nerissime anche le ciglia e le sopracciglia, e che fosse bruna lo denuncia il colore del volto. Contrasto strano con la palese vecchiezza è il suo stato già molto palese, nonostante le vesti ampie e sciolte. Guarda facendosi solecchio con la mano. Riconosce Maria. Alza le braccia al cielo in un : “ Oh!” stupito e gioioso, e si precipita, per quanto può, incontro a Maria. Anche Maria, che è sempre pacata nel muoversi, corre, ora, svelta come un cerbiatto, e giunge ai piedi della scala quando vi giunge anche Elisabetta, e Maria riceve sul cuore con viva espansione la sua cugina, che piange di gioia vedendola.
Stanno abbracciate un attimo e poi Elisabetta si stacca con un : Ah!” misto di dolore e di gioia, e si porta le mani sul ventre ingrossato. China il viso impallidendo e arrossendo alternativamente. Maria e il servo stendono le mani per sostenerla, perché ella vacilla come se si sentisse male.
Ma Elisabetta, dopo esser stata un minuto come raccolta in sé, alza un volto talmente radioso che pare ringiovanito, guarda Maria sorridendo con venerazione come vedesse un angelo, e poi si china in un profondo saluto dicendo: “Benedetta tu fra tutte le donne! Benedetto il Frutto del tuo seno! (dice così: due frasi ben staccate). Come ho meritato che venga a me, tua serva, la Madre del mio Signore? Ecco, al suono della tua voce il bambino m’è balzato in seno come per giubilo e quando t'ho abbracciata lo Spirito del Signore mi ha detto altissime verità al cuore. Te beata, perché hai creduto che a Dio fosse possibile anche ciò che non appare possibile ad umana mente! Te benedetta, che per la tua fede farai compiere le cose a te predette dal Signore e predette dai Profeti per questo tempo! Te benedetta, per la Salute che generi alla stirpe di Giacobbe! Te benedetta, per aver portato la Santità al figlio mio che, lo sento, balza come un capretto festante, di giubilo, nel mio seno, perché si sente liberato dal peso della colpa, chiamato ad esser colui che precede, santificato prima della Redenzione dal Santo che cresce in te!”
Maria, con due lacrime che scendono come perle dagli occhi che ridono alla bocca che sorride, col volto levato al cielo e le braccia pure levate, nella posa che poi tante volte avrà il suo Gesù, esclama: “L’anima mia magnifica il suo Signore” e continua il cantico così come è stato tramandato. Alla fine al versetto: “Ha soccorso Israele suo servo, ecc.” raccoglie le mani sul petto e si inginocchia molto curva a terra, adorando Dio.
Il servo, che si era prudentemente eclissato quando aveva visto che Elisabetta non si sentiva male, ma che anzi confidava il suo pensiero a Maria, torna dal frutteto con un imponente vecchio tutto bianco nella barba e nei capelli, il quale con grandi gesti e suoni gutturali saluta di lontano Maria.
“Zaccaria giunge” dice Elisabetta, toccando sulla spalla la Vergine assorta in preghiera. “Il mio Zaccaria è muto. Dio lo ha colpito per non aver creduto. Ti dirò poi. Ma ora spero nel perdono di Dio, poiché tu sei venuta. Tu, piena di Grazia.”
Maria si leva e va incontro a Zaccaria e si curva davanti a lui fino a terra, baciandogli il lembo della veste bianca che lo copre sino al suolo, E’ molto ampia, questa veste, e tenuta a posto alla vita da un alto gallone ricamato.
Zaccaria, a gesti, dà il benvenuto e insieme raggiungono Elisabetta ed entrano tutti in una stanza terrena molto ben messa, nella quale fanno sedere Maria e le fanno servire una tazza di latte appena munto -ha ancora la spuma- e delle piccole focacce.
Elisabetta dà ordini alla servente, finalmente comparsa con le mani ancora impastate di farina e i capelli ancor più bianchi di quanto non siano per la farina che vi è sopra. Forse faceva il pane. Dà ordini anche al servo, che sento chiamare Samuele, perché porti il cofano di Maria in una camera che gli indica. Tutti i doveri di una padrona di casa verso la sua ospite.
Maria risponde intanto alle domande, che Zaccaria le fa scrivendole su una tavoletta cerata con uno stilo. Comprendo dalle risposte che egli le chiede di Giuseppe e del come si trova sposata a lui. Ma comprendo anche che a Zaccaria è negata ogni luce soprannaturale circa lo stato di Maria e la sua condizione di Madre del Messia. E’ Elisabetta che, andando presso il suo uomo e posandogli con amore una mano sulla spalla, come per una casta carezza, gli dice: “Maria è madre Ella pure. Giubila per la sua felicità”. Ma non dice altro. Guarda Maria. E Maria la guarda, ma non l’invita a dire di più, ed ella tace.
Dolce, dolcissima visione! Essa mi annulla l’orrore rimasto dalla vista del suicidio di Giuda.
Ieri sera, prima del sopore, vidi il pianto di Maria, curva sulla pietra dell’unzione, sul corpo spento del Redentore. Era al suo fianco destro, dando le spalle all’apertura della grotta sepolcrale. La luce delle torce le batteva sul viso e mi faceva vedere il suo povero viso devastato dal dolore, lavato dal pianto. Prendeva la mano di Gesù, la accarezzava, se la scaldava sulle guance, la baciava, ne stendeva le dita.... una per una le baciava, queste dita senza più moto. Poi carezzava il volto, si curvava a baciare la bocca aperta, gli occhi socchiusi, la fronte ferita. La luce rossastra delle torce fa apparire ancor più vive le piaghe di tutto quel corpo torturato e più veritiera la crudezza della tortura subita e la realtà del suo esser morto.
E così sono rimasta contemplando sinché m’è rimasta lucida l’intelligenza. Poi, risvegliata dal sopore, ho pregato e mi sono messa quieta per dormire davvero. E mi è cominciata la suddescritta visione. Ma la Mamma mi ha detto: “Non ti muovere. Guarda unicamente. Scriverai domani.” Nel sonno ho poi sognato di nuovo tutto. Svegliata alle 6,30, ho rivisto quanto avevo visto da sveglia e in sogno. E ho scritto mentre vedevo. Poi è venuto lei, e le ho potuto chiedere se dovevo mettere quanto segue. Sono quadretti staccati della permanenza di Maria in casa di Zaccaria.
Estratto di "l'Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta Centro Editoriale Valtortiano http://www.mariavaltorta.com/
e ve lo passiamo:
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 1,39-45.
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo
ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?
Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo.
E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».
Traduzione liturgica della Bibbia
Corrispondenza nel "Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta : Volume 1 Capitolo 45 pagina 281.
Sono in un luogo montagnoso. Non sono grandi monti ma neppur più colline. Hanno gioghi e insenature da vere montagne, quali se ne vedono sul nostro Appennino tosco-umbro. La vegetazione è folta e bella e vi è abbondanza di fresche acque, che mantengono verdi i pascoli e ubertosi i frutteti, che sono quasi tutti coltivati a meli, fichi e uva: intorno alle case questa. La stagione deve essere primavera, perché i grappoli sono già grossetti, come chicchi di veccia, e i meli hanno già legati i fiori che ora paiono tante palline verdi verdi, e in cima ai rami dei fichi stanno i primi frutti ancora embrionali, ma già ben formati. I prati, poi, sono un vero tappeto soffice e dai mille colori. Su essi brucano le pecore, o riposano, macchie bianche sullo smeraldo dell’erba.
Maria sale, col suo ciuchino per una strada abbastanza in buono stato, che deve essere la via maestra. Sale, perché il paese, dall’aspetto abbastanza ordinato, è più in alto. Il mio interno ammonitore dice: “Questo luogo è Ebron”. Lei mi parlava di Montana. Ma io non so cosa farci. A me viene indicato con questo nome. Non so se sia “Ebron” tutta la zona o “Ebron” il paese. Io sento così e dico così.
Ecco che Maria entra nel paese. Delle donne sulle porte -è verso sera- osservano l’arrivo della forestiera e spettegolano fra di loro. La seguono con l’occhio e non hanno pace sinché non la vedono fermarsi davanti ad una delle più belle case, sita in mezzo del paese, con davanti un orto-giardino e dietro e intorno un ben tenuto frutteto, che poi prosegue in un vasto prato, che sale e scende per le sinuosità del monte e finisce in un bosco di alte piante, oltre il quale non so che ci sia. Tutto è recinto da una siepe di more selvatiche o di rose selvatiche. Non distinguo bene, perché, se lei ha presente, il fiore e la fronda di questi spinosi cespugli sono molto simili e, finché non c’è il frutto sui rami, è facile sbagliarsi. Sul davanti della casa, sul lato perciò che costeggia il paese, il luogo è cinto da un muretto bianco, su cui corrono dei rami di veri rosai, per ora senza fiori ma già pieni di bocci. Al centro un cancello di ferro, chiuso. Si capisce che è la casa di un notabile del paese e di persone benestanti, perché tutto in essa mostra, se non ricchezza e sfarzo, agiatezza certo. E molto ordine.
Maria scende dal ciuchino e si accosta al cancello. Guarda fra le sbarre. Non vede nessuno. Allora cerca di farsi sentire. Una donnetta, che più curiosa di tutte l’ha seguita, le indica un bizzarro utensile che fa da campanello. Sono due pezzi di metallo messi a bilico di una specie di giogo, i quali, scuotendo il giogo con una fune, battono fra di loro col suono di una campana o di un gong.
Maria tira, ma così gentilmente che il suono è un lieve tintinnio, e nessuno lo sente. Allora la donnetta, una vecchietta tutta naso e bazza e con una lingua che ne vale dieci messe insieme, si afferra alla fune e tira, tira, tira. Una suonata da far destare un morto. “Si fa così, donna. Altrimenti come fate a farvi sentire? Sapete, Elisabetta è vecchia e vecchio Zaccaria. Ora poi è anche muto, oltre che sordo. Sono vecchi anche i due servi, sapete? Siete mai venuta? Conoscete Zaccaria? Siete...”
A salvare Maria dal diluvio di notizie e di domande, spunta un vecchietto arrancante, che deve essere un giardiniere o un agricoltore, perché ha in mano un sarchiello e legata alla vita una roncola. Apre, e Maria entra ringraziando la donnetta, ma.... ahi! lasciandola senza risposta. Che delusione per la curiosa!
Appena dentro, Maria dice: “Sono Maria di Giovacchino e di Anna, di Nazareth. Cugina dei padroni vostri.”
Il vecchietto si inchina e saluta, e poi dà una voce, chiamando: “Sara! Sara!” E riapre il cancello per prendere il ciuchino rimasto fuori, perché Maria, per liberarsi della appiccicosa donnetta, è sgusciata dentro svelta svelta, e il giardiniere, svelto quanto Lei, ha chiuso il cancello sul naso della comare. E, intanto che fa passare il ciuco, dice: “Ah! gran felicità e gran disgrazia a questa casa! Il Cielo ha concesso un figlio alla sterile, l’Altissimo ne sia benedetto! Ma Zaccaria è tornato, sette mesi or sono, da Gerusalemme, muto. Si fa intendere a cenni o scrivendo. L’avete forse saputo? La padrona mia vi ha tanto desiderata in questa gioia e in questo dolore! Sempre parlava con Sara di voi e diceva: “Avessi la mia piccola Maria con me! Fosse ancora stata nel Tempio! Avrei mandato Zaccaria a prenderla. Ma ora il Signore l’ha voluta sposa a Giuseppe di Nazareth. Solo Lei poteva darmi conforto in questo dolore e pregare Dio, perché Ella è tutta buona. E nel Tempio tutti la rimpiangono. La passata festa, quando andai con Zaccaria per l’ultima volta a Gerusalemme a ringraziare Iddio d’avermi dato un figlio, ho sentito le sue maestre dirmi: “Il Tempio pare senza i cherubini della gloria da quando la voce di Maria non suona più fra queste mura.” “Sara! Sara! E’ un poco sorda la donna mia. Ma vieni, vieni, ché ti conduco io.”
Invece di Sara, spunta sul sommo di una scala, che fiancheggia un lato della casa, una donna molto vecchiotta, già tutta rugosa e brizzolata intensamente nei capelli, che prima dovevano essere nerissimi perché ha nerissime anche le ciglia e le sopracciglia, e che fosse bruna lo denuncia il colore del volto. Contrasto strano con la palese vecchiezza è il suo stato già molto palese, nonostante le vesti ampie e sciolte. Guarda facendosi solecchio con la mano. Riconosce Maria. Alza le braccia al cielo in un : “ Oh!” stupito e gioioso, e si precipita, per quanto può, incontro a Maria. Anche Maria, che è sempre pacata nel muoversi, corre, ora, svelta come un cerbiatto, e giunge ai piedi della scala quando vi giunge anche Elisabetta, e Maria riceve sul cuore con viva espansione la sua cugina, che piange di gioia vedendola.
Stanno abbracciate un attimo e poi Elisabetta si stacca con un : Ah!” misto di dolore e di gioia, e si porta le mani sul ventre ingrossato. China il viso impallidendo e arrossendo alternativamente. Maria e il servo stendono le mani per sostenerla, perché ella vacilla come se si sentisse male.
Ma Elisabetta, dopo esser stata un minuto come raccolta in sé, alza un volto talmente radioso che pare ringiovanito, guarda Maria sorridendo con venerazione come vedesse un angelo, e poi si china in un profondo saluto dicendo: “Benedetta tu fra tutte le donne! Benedetto il Frutto del tuo seno! (dice così: due frasi ben staccate). Come ho meritato che venga a me, tua serva, la Madre del mio Signore? Ecco, al suono della tua voce il bambino m’è balzato in seno come per giubilo e quando t'ho abbracciata lo Spirito del Signore mi ha detto altissime verità al cuore. Te beata, perché hai creduto che a Dio fosse possibile anche ciò che non appare possibile ad umana mente! Te benedetta, che per la tua fede farai compiere le cose a te predette dal Signore e predette dai Profeti per questo tempo! Te benedetta, per la Salute che generi alla stirpe di Giacobbe! Te benedetta, per aver portato la Santità al figlio mio che, lo sento, balza come un capretto festante, di giubilo, nel mio seno, perché si sente liberato dal peso della colpa, chiamato ad esser colui che precede, santificato prima della Redenzione dal Santo che cresce in te!”
Maria, con due lacrime che scendono come perle dagli occhi che ridono alla bocca che sorride, col volto levato al cielo e le braccia pure levate, nella posa che poi tante volte avrà il suo Gesù, esclama: “L’anima mia magnifica il suo Signore” e continua il cantico così come è stato tramandato. Alla fine al versetto: “Ha soccorso Israele suo servo, ecc.” raccoglie le mani sul petto e si inginocchia molto curva a terra, adorando Dio.
Il servo, che si era prudentemente eclissato quando aveva visto che Elisabetta non si sentiva male, ma che anzi confidava il suo pensiero a Maria, torna dal frutteto con un imponente vecchio tutto bianco nella barba e nei capelli, il quale con grandi gesti e suoni gutturali saluta di lontano Maria.
“Zaccaria giunge” dice Elisabetta, toccando sulla spalla la Vergine assorta in preghiera. “Il mio Zaccaria è muto. Dio lo ha colpito per non aver creduto. Ti dirò poi. Ma ora spero nel perdono di Dio, poiché tu sei venuta. Tu, piena di Grazia.”
Maria si leva e va incontro a Zaccaria e si curva davanti a lui fino a terra, baciandogli il lembo della veste bianca che lo copre sino al suolo, E’ molto ampia, questa veste, e tenuta a posto alla vita da un alto gallone ricamato.
Zaccaria, a gesti, dà il benvenuto e insieme raggiungono Elisabetta ed entrano tutti in una stanza terrena molto ben messa, nella quale fanno sedere Maria e le fanno servire una tazza di latte appena munto -ha ancora la spuma- e delle piccole focacce.
Elisabetta dà ordini alla servente, finalmente comparsa con le mani ancora impastate di farina e i capelli ancor più bianchi di quanto non siano per la farina che vi è sopra. Forse faceva il pane. Dà ordini anche al servo, che sento chiamare Samuele, perché porti il cofano di Maria in una camera che gli indica. Tutti i doveri di una padrona di casa verso la sua ospite.
Maria risponde intanto alle domande, che Zaccaria le fa scrivendole su una tavoletta cerata con uno stilo. Comprendo dalle risposte che egli le chiede di Giuseppe e del come si trova sposata a lui. Ma comprendo anche che a Zaccaria è negata ogni luce soprannaturale circa lo stato di Maria e la sua condizione di Madre del Messia. E’ Elisabetta che, andando presso il suo uomo e posandogli con amore una mano sulla spalla, come per una casta carezza, gli dice: “Maria è madre Ella pure. Giubila per la sua felicità”. Ma non dice altro. Guarda Maria. E Maria la guarda, ma non l’invita a dire di più, ed ella tace.
Dolce, dolcissima visione! Essa mi annulla l’orrore rimasto dalla vista del suicidio di Giuda.
Ieri sera, prima del sopore, vidi il pianto di Maria, curva sulla pietra dell’unzione, sul corpo spento del Redentore. Era al suo fianco destro, dando le spalle all’apertura della grotta sepolcrale. La luce delle torce le batteva sul viso e mi faceva vedere il suo povero viso devastato dal dolore, lavato dal pianto. Prendeva la mano di Gesù, la accarezzava, se la scaldava sulle guance, la baciava, ne stendeva le dita.... una per una le baciava, queste dita senza più moto. Poi carezzava il volto, si curvava a baciare la bocca aperta, gli occhi socchiusi, la fronte ferita. La luce rossastra delle torce fa apparire ancor più vive le piaghe di tutto quel corpo torturato e più veritiera la crudezza della tortura subita e la realtà del suo esser morto.
E così sono rimasta contemplando sinché m’è rimasta lucida l’intelligenza. Poi, risvegliata dal sopore, ho pregato e mi sono messa quieta per dormire davvero. E mi è cominciata la suddescritta visione. Ma la Mamma mi ha detto: “Non ti muovere. Guarda unicamente. Scriverai domani.” Nel sonno ho poi sognato di nuovo tutto. Svegliata alle 6,30, ho rivisto quanto avevo visto da sveglia e in sogno. E ho scritto mentre vedevo. Poi è venuto lei, e le ho potuto chiedere se dovevo mettere quanto segue. Sono quadretti staccati della permanenza di Maria in casa di Zaccaria.
Estratto di "l'Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta Centro Editoriale Valtortiano http://www.mariavaltorta.com/
centro anti-blasfemia- CAPO DI 3° CLASSE
- DATA DI ISCRIZIONE : 08.11.09
NUMERO DI MESSAGGI : 81
RISPETTO REGOLE :
PUNTI : 5577 REPUTAZIONE : 10
Re: La Madonna appare a Medjugorie?
A prima vista sembra una rielaborazione romanzesca del testo evangelico, mi viene in mente il libro Per Amore solo per Amore di Pasquale Festa campanile...
Re: La Madonna appare a Medjugorie?
Per carità quel film super blasfemo che offende S.Giuseppe, la .Vergine Maria,
Gesù ed il Vangelo difronte a noi veri credenti non lo nominate nemmeno.
Comunque pare che vi siete accorti che quello che scrive Valtorta non
è visione misica ma invenzioni, è così l'ha classificato la chiesa degli anni 60.
Gesù ed il Vangelo difronte a noi veri credenti non lo nominate nemmeno.
Comunque pare che vi siete accorti che quello che scrive Valtorta non
è visione misica ma invenzioni, è così l'ha classificato la chiesa degli anni 60.
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Re: La Madonna appare a Medjugorie?
WOJTYLA: POSTULATORE RIVELA CHE VOLEVA ANDARE A MEDJUGORJE"
Se non fossi Papa, sarei gia' a Medjugorje a confessare". Giovanni Paolo II pronuncio' questa frase in un colloquio con la veggente Mirjana Dragicevic. Lo rivela il postulatore della causa di beatificazione, mons. Oder. Il sacerdote riferisce anche che poco prima dell'attentato di Ali Agca del 1983 "i servizi segreti italiani avevano segnalato l'esistenza di un progetto di sequestro di Giovanni Paolo II da parte dei terroristi delle Brigate rosse"
http://www.repubblica.it/ultimora/cronaca/WOJTYLA-POSTULATORE-RIVELA-CHE-VOLEVA-ANDARE-A-MEDJUGORJE/news-dettaglio/3750200
Se non fossi Papa, sarei gia' a Medjugorje a confessare". Giovanni Paolo II pronuncio' questa frase in un colloquio con la veggente Mirjana Dragicevic. Lo rivela il postulatore della causa di beatificazione, mons. Oder. Il sacerdote riferisce anche che poco prima dell'attentato di Ali Agca del 1983 "i servizi segreti italiani avevano segnalato l'esistenza di un progetto di sequestro di Giovanni Paolo II da parte dei terroristi delle Brigate rosse"
http://www.repubblica.it/ultimora/cronaca/WOJTYLA-POSTULATORE-RIVELA-CHE-VOLEVA-ANDARE-A-MEDJUGORJE/news-dettaglio/3750200
Re: La Madonna appare a Medjugorie?
“…Medjugorje, apoteosi dell’inganno, dell’ipocrisia, della doppiezza e monumento alla credulità, all’illusione, alla lucida umana follia.”
Queste le durissime parole con cui Marco Corvaglia conclude il suo saggio di indagine e analisi critica su quello che è il fenomeno mistico più noto degli ultimi decenni.
http://www.cronachelaiche.it/2010/01/medjugorje-e-tutto-falso/
Il Papa credeva nelle rivelazioni di Medjugorie, questa indagine dice che un falso clamoroso
Queste le durissime parole con cui Marco Corvaglia conclude il suo saggio di indagine e analisi critica su quello che è il fenomeno mistico più noto degli ultimi decenni.
http://www.cronachelaiche.it/2010/01/medjugorje-e-tutto-falso/
Il Papa credeva nelle rivelazioni di Medjugorie, questa indagine dice che un falso clamoroso
Re: La Madonna appare a Medjugorie?
Mercoledì 24 su rete 4 alle 21,10 uno speciale su Medjugorie:
" Viaggio a Medjugorje"
" Viaggio a Medjugorje"
Re: La Madonna appare a Medjugorie?
Grazie dell'info,ho provato a cercare la replica del video su "video mediaset" perché generalmente queste trasmissioni vengono ripubblicate...ma ancora nulla...
Re: La Madonna appare a Medjugorie?
ANSA Medjugorie: varata commissione inchiesta
La commissione costituita presso la Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede e composta da Cardinali, Vescovi, periti ed esperti, lavorera' in maniera riservata, sottoponendo l'esito del proprio studio alle istanze del Dicastero.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2010/03/17/visualizza_new.html_1734060328.html
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