L'astronomia!
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L'astronomia!
Ecco alcune cosuccie che potrebbero essere curiose sul mio hobby favorito: l'astronomia!
L'astronomia, che etimologicamente significa leggi delle stelle (dal greco: αστρονομία = άστρον νόμος), è la scienza il cui oggetto è l'osservazione e la spiegazione degli eventi celesti. Studia le origini e l'evoluzione, le proprietà fisiche, chimiche e temporali degli oggetti che formano l'Universo e che possono essere osservati sulla sfera celeste.
L'astronomia non va confusa con l'astrologia, una pseudoscienza la quale sostiene che i fenomeni celesti abbiano un'influenza sugli eventi che accadono sulla Terra ed in particolare sull'uomo. Anche se le due discipline hanno un'origine comune, esse sono totalmente differenti: gli astronomi hanno abbracciato il metodo scientifico a differenza degli astrologi.
USO DEI TERMINI "ASTRONOMIA" E "ASTROFISICA"
Generalmente, i termini "astronomia" o "astrofisica" possono essere usati per riferirsi allo stesso soggetto. Basati su precise definizioni del dizionario, il ermine "astronomia" viene riferito allo "studio della materia e di oggetti fuori dall'atmosfera terrestre e delle loro proprietà fisiche e chimiche" mentre l'"astrofisica" si riferisce alla branca dell'astronomia che tratta "il comportamento, le proprietà fisiche e i processi dinamici degli oggetti celesti e altri fenomeni". In alcuni casi, come nell'introduzione al trattato L'Universo Fisico (The Physical Universe) di Frank Shu, viene detto che l'"astronomia" può essere utilizzata per descrivere lo studio qualitativo del soggetto, laddove l'"astrofisica" è usata per descriverne la versione orientata verso la fisica. Comunque, poiché la più moderna ricerca astronomica tratta soggetti relativi alla fisica, la moderna astronomia potrebbe attualmente essere chiamata astrofisica. Vari dipartimenti che fanno ricerche su questo soggetto possono usare "astronomia" e "astrofisica" a seconda se il dipartimento sia storicamente associato ad un dipartimento di fisica, e molti astronomi professionisti attualmente sono laureati in fisica. Uno dei principali giornali scientifici nel campo è denominato Astronomy and Astrophisics.
STORIA
All'inizio della sua storia, l'astronomia si occupò unicamente dell'osservazione e della previsione dei movimenti degli oggetti celesti che potevano essere osservati ad occhio nudo dall'uomo. I primi astronomi erano rappresentati dai sacerdoti di uno specifico culto religioso, in grado di svolgere una funzione utile alla società, creando i primi calendari, indispensabili per l'organizzazione della vita sociale ed agricolo-pastorale.
I Greci diedero importanti contributi all'astronomia, soprattutto attraverso Ipparco ed Eudosso; culminati con l'opera di Claudio Tolomeo.
Durante il Medioevo, nel mondo occidentale l'astronomia faceva parte del corso ordinario di studi (nel cosiddetto quadrivio): si vedano, ad esempio, le notevoli conoscenze astronomiche che esprime un poeta come Dante, nella Divina Commedia. Nel XIII secolo, Guido Bonatti si vanta di aver scoperto ulteriori 700 stelle, sconosciute ai predecessori. Anche presso gli Arabi se ne proseguì lo studio.
Durante il Rinascimento, Nicolò Copernico realizzò l'importante lavoro di un sistema eliocentrico (non fu il primo a proporre l'ipotesi di un sistema con al centro il Sole, ma di certo il primo ad argomentare in maniera scientifica la sua teoria). Il suo lavoro fu difeso, sviluppato e corretto da Galileo Galilei e Keplero. Quest'ultimo fu il primo astronomo a fornire leggi che descrivessero correttamente i dettagli del movimento dei pianeti intorno al Sole, anche se non comprese le cause fisiche delle sue scoperte, la cui comprensione fu in seguito merito di Newton che elaborò i principi della meccanica celeste e la legge di gravitazione universale, che eliminava del tutto la distinzione tra i fenomeni terrestri e celesti.
Solo molto dopo si scoprì che le stelle sono oggetti molto lontani, e, con l'avvento della spettroscopia fu provato che esse erano sì, simili al Sole, ma differenti quanto a massa, temperatura e dimensioni. Con l'avvento della spettroscopia fu infatti possibile studiare la natura fisica degli astri, che portò all'astrofisica, ovvero alla fisica applicata allo studio dei corpi celesti.
L'esistenza della nostra galassia, la Via Lattea, e la comprensione che essa fosse un ammasso isolato di stelle rispetto al resto dell'Universo, fu provata solamente nel XX secolo, assieme alla scoperta dell'esistenza di altre galassie. Molto presto, grazie all'utilizzo della spettroscopia, ci si accorse che molti oggetti presentavano spettri spostati verso il rosso rispetto a quanto ci si attendeva. Questo era spiegabile solo con l'effetto Doppler, che fu interpretato come una differenza di moto negativa, ovvero di allontanamento rispetto al nostro pianeta. Venne formulata allora la teoria dell'espansione dell'Universo.
La cosmologia, una disciplina che ha larghi settori in comune con l'astronomia, ha fatto enormi passi in avanti nel nostro secolo, con il modello del Big Bang, supportato da prove sperimentali fornite dall'astronomia e dalla fisica, come l'esistenza e le proprietà della radiazione cosmica di fondo, la Legge di Hubble e lo studio dell'abbondanza cosmologica degli elementi chimici.
Dato il grande numero di fenomeni di cui si occupa, l'astronomia è divisa in molti campi. Le divisioni non sono uniche e le intersezioni sono piuttosto la regola che non l'eccezione.
Se volete aggiungere qualcosa anche voi, fate pure!
L'astronomia, che etimologicamente significa leggi delle stelle (dal greco: αστρονομία = άστρον νόμος), è la scienza il cui oggetto è l'osservazione e la spiegazione degli eventi celesti. Studia le origini e l'evoluzione, le proprietà fisiche, chimiche e temporali degli oggetti che formano l'Universo e che possono essere osservati sulla sfera celeste.
L'astronomia non va confusa con l'astrologia, una pseudoscienza la quale sostiene che i fenomeni celesti abbiano un'influenza sugli eventi che accadono sulla Terra ed in particolare sull'uomo. Anche se le due discipline hanno un'origine comune, esse sono totalmente differenti: gli astronomi hanno abbracciato il metodo scientifico a differenza degli astrologi.
USO DEI TERMINI "ASTRONOMIA" E "ASTROFISICA"
Generalmente, i termini "astronomia" o "astrofisica" possono essere usati per riferirsi allo stesso soggetto. Basati su precise definizioni del dizionario, il ermine "astronomia" viene riferito allo "studio della materia e di oggetti fuori dall'atmosfera terrestre e delle loro proprietà fisiche e chimiche" mentre l'"astrofisica" si riferisce alla branca dell'astronomia che tratta "il comportamento, le proprietà fisiche e i processi dinamici degli oggetti celesti e altri fenomeni". In alcuni casi, come nell'introduzione al trattato L'Universo Fisico (The Physical Universe) di Frank Shu, viene detto che l'"astronomia" può essere utilizzata per descrivere lo studio qualitativo del soggetto, laddove l'"astrofisica" è usata per descriverne la versione orientata verso la fisica. Comunque, poiché la più moderna ricerca astronomica tratta soggetti relativi alla fisica, la moderna astronomia potrebbe attualmente essere chiamata astrofisica. Vari dipartimenti che fanno ricerche su questo soggetto possono usare "astronomia" e "astrofisica" a seconda se il dipartimento sia storicamente associato ad un dipartimento di fisica, e molti astronomi professionisti attualmente sono laureati in fisica. Uno dei principali giornali scientifici nel campo è denominato Astronomy and Astrophisics.
STORIA
All'inizio della sua storia, l'astronomia si occupò unicamente dell'osservazione e della previsione dei movimenti degli oggetti celesti che potevano essere osservati ad occhio nudo dall'uomo. I primi astronomi erano rappresentati dai sacerdoti di uno specifico culto religioso, in grado di svolgere una funzione utile alla società, creando i primi calendari, indispensabili per l'organizzazione della vita sociale ed agricolo-pastorale.
I Greci diedero importanti contributi all'astronomia, soprattutto attraverso Ipparco ed Eudosso; culminati con l'opera di Claudio Tolomeo.
Durante il Medioevo, nel mondo occidentale l'astronomia faceva parte del corso ordinario di studi (nel cosiddetto quadrivio): si vedano, ad esempio, le notevoli conoscenze astronomiche che esprime un poeta come Dante, nella Divina Commedia. Nel XIII secolo, Guido Bonatti si vanta di aver scoperto ulteriori 700 stelle, sconosciute ai predecessori. Anche presso gli Arabi se ne proseguì lo studio.
Durante il Rinascimento, Nicolò Copernico realizzò l'importante lavoro di un sistema eliocentrico (non fu il primo a proporre l'ipotesi di un sistema con al centro il Sole, ma di certo il primo ad argomentare in maniera scientifica la sua teoria). Il suo lavoro fu difeso, sviluppato e corretto da Galileo Galilei e Keplero. Quest'ultimo fu il primo astronomo a fornire leggi che descrivessero correttamente i dettagli del movimento dei pianeti intorno al Sole, anche se non comprese le cause fisiche delle sue scoperte, la cui comprensione fu in seguito merito di Newton che elaborò i principi della meccanica celeste e la legge di gravitazione universale, che eliminava del tutto la distinzione tra i fenomeni terrestri e celesti.
Solo molto dopo si scoprì che le stelle sono oggetti molto lontani, e, con l'avvento della spettroscopia fu provato che esse erano sì, simili al Sole, ma differenti quanto a massa, temperatura e dimensioni. Con l'avvento della spettroscopia fu infatti possibile studiare la natura fisica degli astri, che portò all'astrofisica, ovvero alla fisica applicata allo studio dei corpi celesti.
L'esistenza della nostra galassia, la Via Lattea, e la comprensione che essa fosse un ammasso isolato di stelle rispetto al resto dell'Universo, fu provata solamente nel XX secolo, assieme alla scoperta dell'esistenza di altre galassie. Molto presto, grazie all'utilizzo della spettroscopia, ci si accorse che molti oggetti presentavano spettri spostati verso il rosso rispetto a quanto ci si attendeva. Questo era spiegabile solo con l'effetto Doppler, che fu interpretato come una differenza di moto negativa, ovvero di allontanamento rispetto al nostro pianeta. Venne formulata allora la teoria dell'espansione dell'Universo.
La cosmologia, una disciplina che ha larghi settori in comune con l'astronomia, ha fatto enormi passi in avanti nel nostro secolo, con il modello del Big Bang, supportato da prove sperimentali fornite dall'astronomia e dalla fisica, come l'esistenza e le proprietà della radiazione cosmica di fondo, la Legge di Hubble e lo studio dell'abbondanza cosmologica degli elementi chimici.
Dato il grande numero di fenomeni di cui si occupa, l'astronomia è divisa in molti campi. Le divisioni non sono uniche e le intersezioni sono piuttosto la regola che non l'eccezione.
Se volete aggiungere qualcosa anche voi, fate pure!
Re: L'astronomia!
V838 Monocerotis (V838 Mon) è un'enigmatica stella variabile situata nella costellazione dell'Unicorno a circa 20000 anni luce (6 kpc) dal nostro Sistema solare. Agli inizi del 2002
è stata registrata un'improvvisa esplosione sulla stella; inizialmente
si è pensato che fosse una delle tipiche eruzioni delle stelle note
come novae,
ma si è subito capito che si trattava di qualcosa di sostanzialmente
diverso. La causa dell'esplosione è ancora incerta, ma sono state
avanzate alcune ipotesi, che includono la possibilità che si tratti di
un'eruzione dovuta ai processi che stanno portando alla morte della
stella o la fusione di una stella binaria o di pianeti precipitati sulla stella.
Il 10 gennaio 2002
una stella, fino ad allora sconosciuta, si è improvvisamente "accesa";
questo fenomeno ha concentrato l'attenzione degli astronomi sulla
costellazione dell'Unicorno.
Poiché si trattava di una nuova stella variabile le è stato assegnato
il nome di V838 Monocerotis, l'838esima stella variabile dell'Unicorno.
L'iniziale curva di luce la rendeva simile ad una nova, un'esplosione che si verifica qualora una nana bianca, che faccia parte di un sistema binario, accumula abbastanza idrogeno gassoso sulla sua superficie sottraendolo alla stella compagna. Perciò fu denominata anche come Nova Monocerotis 2002. V838 Monocerotis ha raggiunto il picco massimo della sua magnitudine apparente, il 6 febbraio 2002,
dopodiché la luminosità ha iniziato a diminuire velocemente, come ci si
aspettava. Tuttavia la stella si è "riaccesa" agli inizi di marzo, emettendo radiazioni per lo più nella lunghezza d'onda degli infrarossi. Si è registrato nuovamente un incremento della luminosità in aprile,
ma subito dopo la stella è tornata alla sua luminosità originaria,
magnitudine 15,6. La curva di luce prodotta dall'eruzione è
estremamente diversa da altre viste in precedenza.
La stella era circa un milione di volte più luminosa del Sole, il che ci fa capire che all'epoca V838 Monocerotis era una delle stelle più luminose della nostra galassia, la Via Lattea.
L'improvviso aumento di luminosità è stato causato da una rapida
espansione degli strati esterni della stella. La stella è stata
osservata mediante l'interferometro dell'osservatorio di monte Palomar, che ha calcolato per la stella un raggio di 1570 ± 400 volte più grande di quello solare (paragonabile al raggio dell'orbita di Giove), confermando i primi calcoli indiretti.
L'espansione degli strati esterni ha impiegato solo pochi mesi, il che
significa che la velocità di espansione era eccezionale. Le leggi della termodinamica dicono che i gas
man mano che si espandono si raffredano; quindi la stella a seguito di
questa violenta espulsione è diventata estremamente fredda, virando
sempre più verso il rosso del diagramma H-R. Infatti alcuni astronomi ritengono che lo spettro della stella sia oramai diventato molto simile a quello di una nana bruna di tipo L; se fosse vero, V838 Monocerotis sarebbe la prima stella supergigante di tipo L.
Negli ultimi anni si sono registrate molte esplosioni simili a quelle avvenute su V838 Monocerotis. Nel 1988 fu scoperta una gigante rossa durante un'eruzione nella galassia di Andromeda. La stella, chiamata M31-RV,
che ha raggiunto nel suo picco massimo una magnitudine assoluta di
-9,95 (che corrisponde ad una luminosità ben 7,5 milioni di volte
maggiore di quella solare), prima di ritornare al limite
dell'invisibilità. Un altro caso si è verificato nella Via Lattea nel 1994; si tratta di V4332 Sagittarii.
Negli ultimi anni stanno emergendo alcuni dettagli sulla natura
della stella su cui si sono verificate le esplosioni. Basandosi sull'eco luminosa generata dall'esplosione, la distanza della stella fu inizialmente stimata tra i 1900 e i 2900 anni luce.
Alla luce dei dati precedenti all'esplosione, si è pensato che si
trattasse di una poco luminosa stella di classe F, non molto diversa
dal nostro Sole, il che ha posto numerosi enigmi.
Misure più accurate hanno invece dato come risultato una distanza di circa 20000 anni luce (6 Kpc).
Ciò sta a significare che la stella è molto più luminosa ed ha una
massa considerevolmente più grande rispetto alle stime iniziali. Tale
massa si aggira probabilmente tra 5 e 10 volte quella solare, e la luminosità tra 550 e 5000 volte quella del Sole. Il raggio della stella, quando essa era ancora nella sequenza principale, doveva essere circa 5 volte più grande di quello del Sole e la temperatura si aggirava sui 4700–30000 K. Inutile a dirsi, si tratta solo di misure approssimative. Munari ed altri (2005) hanno ipotizzato che la stella originaria fosse una supergigante di enorme massa (65 volte quella solare); dicono inoltre che il sistema stellare non abbia più di 4 milioni di anni.
Si parla di sistema infatti perché lo spettro di V838 Monocerotis rivela una compagna, una caldissima stella azzurra di classe B in sequenza principale, probabilmente non molto diversa dalla stella compagna.
È inoltre possibile che la stella che ha eruttato fosse lievemente più
piccola della compagna e fosse appena entrata nella sequenza principale.
Basandosi sui dati fotometrici e sulla parallasse
della compagna, Munari ed il suo team hanno rilevato una distanza
ancora maggiore per il sistema, circa 36000 anni luce (10 Kpc). Molti scienziati ritengono che si tratti di una normale esplosione di
una nova, nonostante sia molto insolita. Tuttavia questa ipotesi è
molto improbabile, in quanto si tratta di un sistema binario che
include anche una giovanissima stella di classe B; le stelle di questa
tipologia hanno inoltre una grandissima massa: non c'è stato abbastanza
tempo perché una ipotetica nana bianca potesse raffreddarsi ed accumulare abbastanza materiale da causare l'esplosione.
Ecco alcune sue informazioni:
Classificazione: Supergigante rossa
Classe spettrale: M1Iab+B3V
Distanza dal Sole: 20000 anni luce (6 kpc)
Costellazione: Unicorno
Ascensione retta: 7h 4m 4s
Declinazione: -3° 50' 50.2"
Diametro medio: 6.24 × 107 km (4.2 UA)*
Raggio medio: 1420 R
Massa: 25 M
Temperatura superficiale: 3700 K (media)
Magnietudine apparente*: 15,74
Magnetudine assoluta*: -7,0
*6.24 × 107 km (4.2 UA) = il 10 elevato alla settima, non vuol dire 10 x 10 x 10 x 10 x 10 x 10 x 10 ... vuol dire che quel dieci è seguito da 7 zeri, cioè 100 000 000 (cento milioni). Invece, quel 6.24, vuol dire che devi fare 6.24 x 100 000 000.
4.2 UA, significa 4.2 volte la distanza tra la Terra ed il Sole.
*Magnetudine apparente: La magnetudine, è l'unità di misura, che si usa per misurare la luminosità delle stelle. Quella apparente si indica con la lettera m. La magnitudine apparente è quella che appare.
*Magnetudine assoluta: La magnietudine assoluta è quella che apparirebbe se tutte le stelle fossero alla stessa distanza che, per convenzione, è di 10 pc. Quella assoluta, si indica con la lettera M.
Esistono anche altri tipi di magnetudini: fotografiche, infrarosse, bolometriche (ottenute con un bolometro, che misura l'energia totale all'ultravioletto all'infrarosso e oltre), ecc...
Sole
m: -26,74
M: +4,83
Distanza reale: 8 min luce
Polare
m: +2,3
M: -4,60
Distanza reale: 240 pc
Sirio
m: -1,45
M: +1,41
Distanza reale: 2,7 pc
Vega
m: +0,04
M: +0,5
Distanza reale: 8,1 pc
Aldebaran
m: +0,85
M: -0,7
Distanza reale: 21 pc
L'apparenza inganna: se le 5 stelle fossero a 10 pc di distanza (M), la Polare, che sembra la meno brillante del gruppo, risulterebbe qual è: la più brillante, mentre il Sole sarebbe appena visibile a occhio nudo. In realtà, la Polare splende come quasi 6000 Soli.
è stata registrata un'improvvisa esplosione sulla stella; inizialmente
si è pensato che fosse una delle tipiche eruzioni delle stelle note
come novae,
ma si è subito capito che si trattava di qualcosa di sostanzialmente
diverso. La causa dell'esplosione è ancora incerta, ma sono state
avanzate alcune ipotesi, che includono la possibilità che si tratti di
un'eruzione dovuta ai processi che stanno portando alla morte della
stella o la fusione di una stella binaria o di pianeti precipitati sulla stella.
Il 10 gennaio 2002
una stella, fino ad allora sconosciuta, si è improvvisamente "accesa";
questo fenomeno ha concentrato l'attenzione degli astronomi sulla
costellazione dell'Unicorno.
Poiché si trattava di una nuova stella variabile le è stato assegnato
il nome di V838 Monocerotis, l'838esima stella variabile dell'Unicorno.
L'iniziale curva di luce la rendeva simile ad una nova, un'esplosione che si verifica qualora una nana bianca, che faccia parte di un sistema binario, accumula abbastanza idrogeno gassoso sulla sua superficie sottraendolo alla stella compagna. Perciò fu denominata anche come Nova Monocerotis 2002. V838 Monocerotis ha raggiunto il picco massimo della sua magnitudine apparente, il 6 febbraio 2002,
dopodiché la luminosità ha iniziato a diminuire velocemente, come ci si
aspettava. Tuttavia la stella si è "riaccesa" agli inizi di marzo, emettendo radiazioni per lo più nella lunghezza d'onda degli infrarossi. Si è registrato nuovamente un incremento della luminosità in aprile,
ma subito dopo la stella è tornata alla sua luminosità originaria,
magnitudine 15,6. La curva di luce prodotta dall'eruzione è
estremamente diversa da altre viste in precedenza.
La stella era circa un milione di volte più luminosa del Sole, il che ci fa capire che all'epoca V838 Monocerotis era una delle stelle più luminose della nostra galassia, la Via Lattea.
L'improvviso aumento di luminosità è stato causato da una rapida
espansione degli strati esterni della stella. La stella è stata
osservata mediante l'interferometro dell'osservatorio di monte Palomar, che ha calcolato per la stella un raggio di 1570 ± 400 volte più grande di quello solare (paragonabile al raggio dell'orbita di Giove), confermando i primi calcoli indiretti.
L'espansione degli strati esterni ha impiegato solo pochi mesi, il che
significa che la velocità di espansione era eccezionale. Le leggi della termodinamica dicono che i gas
man mano che si espandono si raffredano; quindi la stella a seguito di
questa violenta espulsione è diventata estremamente fredda, virando
sempre più verso il rosso del diagramma H-R. Infatti alcuni astronomi ritengono che lo spettro della stella sia oramai diventato molto simile a quello di una nana bruna di tipo L; se fosse vero, V838 Monocerotis sarebbe la prima stella supergigante di tipo L.
Negli ultimi anni si sono registrate molte esplosioni simili a quelle avvenute su V838 Monocerotis. Nel 1988 fu scoperta una gigante rossa durante un'eruzione nella galassia di Andromeda. La stella, chiamata M31-RV,
che ha raggiunto nel suo picco massimo una magnitudine assoluta di
-9,95 (che corrisponde ad una luminosità ben 7,5 milioni di volte
maggiore di quella solare), prima di ritornare al limite
dell'invisibilità. Un altro caso si è verificato nella Via Lattea nel 1994; si tratta di V4332 Sagittarii.
Negli ultimi anni stanno emergendo alcuni dettagli sulla natura
della stella su cui si sono verificate le esplosioni. Basandosi sull'eco luminosa generata dall'esplosione, la distanza della stella fu inizialmente stimata tra i 1900 e i 2900 anni luce.
Alla luce dei dati precedenti all'esplosione, si è pensato che si
trattasse di una poco luminosa stella di classe F, non molto diversa
dal nostro Sole, il che ha posto numerosi enigmi.
Misure più accurate hanno invece dato come risultato una distanza di circa 20000 anni luce (6 Kpc).
Ciò sta a significare che la stella è molto più luminosa ed ha una
massa considerevolmente più grande rispetto alle stime iniziali. Tale
massa si aggira probabilmente tra 5 e 10 volte quella solare, e la luminosità tra 550 e 5000 volte quella del Sole. Il raggio della stella, quando essa era ancora nella sequenza principale, doveva essere circa 5 volte più grande di quello del Sole e la temperatura si aggirava sui 4700–30000 K. Inutile a dirsi, si tratta solo di misure approssimative. Munari ed altri (2005) hanno ipotizzato che la stella originaria fosse una supergigante di enorme massa (65 volte quella solare); dicono inoltre che il sistema stellare non abbia più di 4 milioni di anni.
Si parla di sistema infatti perché lo spettro di V838 Monocerotis rivela una compagna, una caldissima stella azzurra di classe B in sequenza principale, probabilmente non molto diversa dalla stella compagna.
È inoltre possibile che la stella che ha eruttato fosse lievemente più
piccola della compagna e fosse appena entrata nella sequenza principale.
Basandosi sui dati fotometrici e sulla parallasse
della compagna, Munari ed il suo team hanno rilevato una distanza
ancora maggiore per il sistema, circa 36000 anni luce (10 Kpc). Molti scienziati ritengono che si tratti di una normale esplosione di
una nova, nonostante sia molto insolita. Tuttavia questa ipotesi è
molto improbabile, in quanto si tratta di un sistema binario che
include anche una giovanissima stella di classe B; le stelle di questa
tipologia hanno inoltre una grandissima massa: non c'è stato abbastanza
tempo perché una ipotetica nana bianca potesse raffreddarsi ed accumulare abbastanza materiale da causare l'esplosione.
Ecco alcune sue informazioni:
Classificazione: Supergigante rossa
Classe spettrale: M1Iab+B3V
Distanza dal Sole: 20000 anni luce (6 kpc)
Costellazione: Unicorno
Ascensione retta: 7h 4m 4s
Declinazione: -3° 50' 50.2"
Diametro medio: 6.24 × 107 km (4.2 UA)*
Raggio medio: 1420 R
Massa: 25 M
Temperatura superficiale: 3700 K (media)
Magnietudine apparente*: 15,74
Magnetudine assoluta*: -7,0
*6.24 × 107 km (4.2 UA) = il 10 elevato alla settima, non vuol dire 10 x 10 x 10 x 10 x 10 x 10 x 10 ... vuol dire che quel dieci è seguito da 7 zeri, cioè 100 000 000 (cento milioni). Invece, quel 6.24, vuol dire che devi fare 6.24 x 100 000 000.
4.2 UA, significa 4.2 volte la distanza tra la Terra ed il Sole.
*Magnetudine apparente: La magnetudine, è l'unità di misura, che si usa per misurare la luminosità delle stelle. Quella apparente si indica con la lettera m. La magnitudine apparente è quella che appare.
*Magnetudine assoluta: La magnietudine assoluta è quella che apparirebbe se tutte le stelle fossero alla stessa distanza che, per convenzione, è di 10 pc. Quella assoluta, si indica con la lettera M.
Esistono anche altri tipi di magnetudini: fotografiche, infrarosse, bolometriche (ottenute con un bolometro, che misura l'energia totale all'ultravioletto all'infrarosso e oltre), ecc...
Sole
m: -26,74
M: +4,83
Distanza reale: 8 min luce
Polare
m: +2,3
M: -4,60
Distanza reale: 240 pc
Sirio
m: -1,45
M: +1,41
Distanza reale: 2,7 pc
Vega
m: +0,04
M: +0,5
Distanza reale: 8,1 pc
Aldebaran
m: +0,85
M: -0,7
Distanza reale: 21 pc
L'apparenza inganna: se le 5 stelle fossero a 10 pc di distanza (M), la Polare, che sembra la meno brillante del gruppo, risulterebbe qual è: la più brillante, mentre il Sole sarebbe appena visibile a occhio nudo. In realtà, la Polare splende come quasi 6000 Soli.
Re: L'astronomia!
Simpatica l'ultima immagine.....Ora capisco dove hanno preso il logo di MOZILLA FIREFOX
Giustissime le cose che hai detto....veramente complimenti
infatti il sole se distasse 10 parsec avrebbe una magnitudine assoluta di 4,9 e riusciremo a vederlo con difficoltà......
....come stella V838 Monocerotis è veramente impressionate....per fortuna dista 20000anni luce da noi perché quando diverrà supernova sicuramente la sua esplosione DEFINITIVA sarà catastrofica e 20mila anni luce sono una distanza sicura....
25 volte la massa solare sono più che sufficienti anche per creare un buco nero....
non vedo l'ora di assistere alla sua esplosione"DEFINITIVA".....
ha gia una Magnitudine ass. di -7.0 figuriamoci quando brillerà a che valore scenderà....secondo me a -20 -25 se non di più
Giustissime le cose che hai detto....veramente complimenti
infatti il sole se distasse 10 parsec avrebbe una magnitudine assoluta di 4,9 e riusciremo a vederlo con difficoltà......
....come stella V838 Monocerotis è veramente impressionate....per fortuna dista 20000anni luce da noi perché quando diverrà supernova sicuramente la sua esplosione DEFINITIVA sarà catastrofica e 20mila anni luce sono una distanza sicura....
25 volte la massa solare sono più che sufficienti anche per creare un buco nero....
non vedo l'ora di assistere alla sua esplosione"DEFINITIVA".....
ha gia una Magnitudine ass. di -7.0 figuriamoci quando brillerà a che valore scenderà....secondo me a -20 -25 se non di più
Re: L'astronomia!
Passeranno gli anni prima che essa esploda...
Comunque ti ringrazio molto per i complimenti
Comunque ti ringrazio molto per i complimenti
Re: L'astronomia!
A me piace l'astronomia...sono molto informata su mercurio ma meglio se non mi metto a parlare se no dico : mercurio ba bla bla,è il pianeta bla bla bla...la temperatura...e bla bla bla...il caduceo...bla bla bla...nell'antichità...bla bla bla...la navetta...bla bla bla...
non ci capireste niente!XD
non ci capireste niente!XD
Lily97- SERGENTE
- DATA DI ISCRIZIONE : 18.09.09
NUMERO DI MESSAGGI : 59
RISPETTO REGOLE :
PUNTI : 5613 REPUTAZIONE : 3
Re: L'astronomia!
Se vuoi puoi aprire un topic su mercurio nella sezione sistema solare , io ne conosco molto di pianeti ...ho scritto molti articoli nel mio blog
Re: L'astronomia!
Infatti,potrei aprire un topic,poi ci penso,mi ci vorrebbe molto tempo per parlare di mercurio!XD
Lily97- SERGENTE
- DATA DI ISCRIZIONE : 18.09.09
NUMERO DI MESSAGGI : 59
RISPETTO REGOLE :
PUNTI : 5613 REPUTAZIONE : 3
Pagina 1 di 1
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