Ozono, a marzo buco record
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Ozono, a marzo buco record
Ozono, a marzo buco record
Colpa di clima e inquinanti
Allarmanti rilevamenti dell'Agenzia spaziale europea: lo strato che ci protegge dai raggi ultravioletti mai così sottile dal 1997. L'Organizzazione mondiale meteorologica denuncia il persistere nell'atmosfera delle sostanze chimiche novice
http://www.repubblica.it/ambiente/2011/04/05/news/ozono_polo-14511507/
Re: Ozono, a marzo buco record
Perdita record di ozono sull’Artico
4 Aprile 2011
Il satellite dell’ESA Envisat ha misurato in marzo dei livelli minimi record di ozono sul settore euro-atlantico dell’emisfero settentrionale.
Il record minimo è stato causato da venti insolitamente forti, noti come vortice polare, che hanno isolato la massa atmosferica sul Polo Nord, impedendole di mischiarsi con l’aria alle medie latitudini e generando, così, temperature molto basse.
Le temperature nell'Artico
Durante il mese di marzo questa massa d’aria fredda, colpita dalla luce del sole, ha rilasciato, soprattutto nella parte più bassa della stratosfera, a circa 20 km dalla superficie, atomi di cloro e bromo, prodotti dei clorofluorocarburi (CFC), che distruggono l’ozono.
Lo strato atmosferico di ozono si trova a circa 25 km di altitudine e agisce da filtro solare, proteggendo gli organismi viventi sulla Terra dai nocivi raggi ultravioletti, che possono essere dannosi per la vita marina e aumentare il rischio di cancro della pelle.
Comparazione dell'ozono nel 2010 e nel 2011
Le temperature stratosferiche nell’Artico mostrano forti variazioni da inverno a inverno. L’ultima volta che si sono registrate temperature stratosferiche insolitamente basse sul Polo Nord è stato nel 1997. I ricercatori stanno tentando di capire perché in questi due anni gli inverni artici siano stati così rigidi e se questi eventi, apparentemente casuali, siano invece statisticamente correlati al cambiamento climatico globale.
Misurazioni del cloro artico
Mark Weber dell’Università di Brema ha dichiarato: «Le misurazioni effettuate dagli strumenti Sciamachy, MIPAS e GOMOS a bordo di Envisat stanno fornendo informazioni uniche sull’ozono, che aiuteranno i ricercatori a separare cambiamenti chimici e dinamici e ad identificare l’influenza del cambiamento climatico sulla stratosfera. È perciò essenziale che questi strumenti continuino ad effettuare tali misurazioni il più a lungo possibile».
Dati tecnici e immagini qui
http://www.esa.int/esaCP/SEMNK44SZLG_Italy_1.html
Fonte: http://www.esa.int/esaCP/SEMNK44SZLG_Italy_0.html
4 Aprile 2011
Il satellite dell’ESA Envisat ha misurato in marzo dei livelli minimi record di ozono sul settore euro-atlantico dell’emisfero settentrionale.
Il record minimo è stato causato da venti insolitamente forti, noti come vortice polare, che hanno isolato la massa atmosferica sul Polo Nord, impedendole di mischiarsi con l’aria alle medie latitudini e generando, così, temperature molto basse.
Le temperature nell'Artico
Durante il mese di marzo questa massa d’aria fredda, colpita dalla luce del sole, ha rilasciato, soprattutto nella parte più bassa della stratosfera, a circa 20 km dalla superficie, atomi di cloro e bromo, prodotti dei clorofluorocarburi (CFC), che distruggono l’ozono.
Lo strato atmosferico di ozono si trova a circa 25 km di altitudine e agisce da filtro solare, proteggendo gli organismi viventi sulla Terra dai nocivi raggi ultravioletti, che possono essere dannosi per la vita marina e aumentare il rischio di cancro della pelle.
Comparazione dell'ozono nel 2010 e nel 2011
Le temperature stratosferiche nell’Artico mostrano forti variazioni da inverno a inverno. L’ultima volta che si sono registrate temperature stratosferiche insolitamente basse sul Polo Nord è stato nel 1997. I ricercatori stanno tentando di capire perché in questi due anni gli inverni artici siano stati così rigidi e se questi eventi, apparentemente casuali, siano invece statisticamente correlati al cambiamento climatico globale.
Misurazioni del cloro artico
Mark Weber dell’Università di Brema ha dichiarato: «Le misurazioni effettuate dagli strumenti Sciamachy, MIPAS e GOMOS a bordo di Envisat stanno fornendo informazioni uniche sull’ozono, che aiuteranno i ricercatori a separare cambiamenti chimici e dinamici e ad identificare l’influenza del cambiamento climatico sulla stratosfera. È perciò essenziale che questi strumenti continuino ad effettuare tali misurazioni il più a lungo possibile».
Dati tecnici e immagini qui
http://www.esa.int/esaCP/SEMNK44SZLG_Italy_1.html
Fonte: http://www.esa.int/esaCP/SEMNK44SZLG_Italy_0.html
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